Revoca concessione Autostrade: quanto deve pagare il governo?
Revoca concessione Autostrade: quanto deve pagare il governo? Secondo alcune stime, la cifra potrebbe aggirarsi sui 20 miliardi di euro.
Dopo la definitiva demolizione del ponte Morandi di Genova, si torna a parlare della concessione delle Autostrade a Atlantia. La trattativa con la famiglia Benetton è decisamente tesa e i costi di una ri-nazionalizzazione potrebbero essere decisamente alti. Ecco quanto dovrebbe pagare il Governo secondo le clausole contenute nel contratto di concessione.
La revoca di concessione Autostrade potrebbe costare fino a 25 miliardi
Qualora si arrivasse a giudizio, secondo le clausole contenute nel contratto di concessione, la società di Autostrade per l’Italia – una controllata di Atlantia – potrebbe ricevere un indennizzo che oscillerebbe tra i 22 e i 25 miliardi di euro. Stime leggermente superiori a quelle ipotizzate da Mediobianca, che stima un indennizzo di circa 20 miliardi di euro.
La questione principale, però, non riguarda tanto la quantità espressa dalle clausole, bensì l’attivazione o meno delle stesse.
Il governo studia la possibilità di revocare unilateralmente il contratto senza alcun costo, per effetto dei gravi inadempimenti che avrebbero portato al crollo del ponte Morandi di Genova.
La relazione dei tecnici del MIT
Di seguito, riportiamo i punti salienti della relazione dei tecnici del MIT. La relazione integrale consta di ben 63 pagine ed è corredata di una buona dose di tecnicismi.
“lo Stato, sempre a giudizio della commissione, non dovrà nemmeno indennizzare la società perché ha violato il ‘principio dell’affidamento’, sancito dall’articolo 9 bis della convenzione. Il crollo ha comportato la mancata restituzione di un bene la cui custodia la concessione aveva affidato ad Autostrade per l’Italia, che era tenuta a restituirlo integro. Questo configura un grave inadempimento che consente la revoca unilaterale della concessione. Il crollo lascia presupporre gravi lacune del sistema di manutenzione che si possono ritenere sussistere su tutta la rete autostradale (molti ponti hanno lo stesso livello di rischio di quello di Genova) che pertanto giustificano che lo Stato abbia perso fiducia nell’operato di ASPI.”
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