Una serie ininterrotta di litigi è il carattere schivo e solitario di Marco Campanella sarebbero alla base dell’omicidio consumatosi nella giornata di ieri a Legnano.
Il settantunenne, Michele Campanella, era appena rientrato a casa dopo il solito giro mattutino. Secondo una prima ricostruzione, il figlio della vittima, trentasettenne, si sarebbe scagliato contro il padre, armato di coltello. All’arrivo delle forze dell’ordine il pensionato era riverso a terra, mentre il figlio era ancora sporco di sangue, in stato confusionale.
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Omicidio Legnano: movente parricidio, la vicenda
Marco Campanella, nonostante le lunghe ore di interrogatorio, non è riuscito a spiegare agli inquirenti quanto accaduto, in modo chiaro. Stando alle parole della moglie della vittima, il rapporto tra padre e figlio da circa due anni era caratterizzato da continui litigi.
Il trentasettenne, descritto da tutti come un tipo molto solitario, lamentava più volte di non sentirsi compreso e apprezzato dal genitore. I continui litigi sarebbero dunque alla base del terribile parricidio.
L’omicida era stato adottato dai coniugi Campanella quando era ancora un bambino. Il padre, finanziere in pensione, desiderava una vita diversa da quella che l’uomo conduceva e questo ha portato ad una graduale e fatale frattura tra i due.
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In seguito all’ennesima lite, Marco si sarebbe dunque scagliato contro il padre adottivo, infierendo su di lui con dieci coltellate e due armi diverse. All’arrivo dei soccorsi per il settantunenne non vi era più nulla da fare.
Il trentaseienne, neolaureato e disoccupato, è accusato di omicidio volontario ai danni di Michele Campanella, ma non sarebbe stato aggiunto l’aggravante della parentela.
In queste ore è atteso l’esito dell’autopsia sul corpo della vittima. All’esame autoptico seguiranno inoltre le analisi dettagliate sui due coltelli utilizzati dall’uomo durante la furia omicida.
Maria Iemmino Pellegrino
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