La promessa di un aggiustamento strutturale nella manovra di bilancio del 2020 salva il Governo dalla procedura d’infrazione. Finisce la telenovela che ci accompagnava ormai da qualche mese. La Commissione uscente considerò opportuno valutare una procedura d’infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia e, da allora, i rapporti tra Roma e Bruxelles si sono logorati con il passare del tempo. Contestualmente alla partita delle nomine dei vertici comunitari, si giocava anche la sfida decisiva sulla procedura d’infrazione. Dal governo fino allo stesso presidente della Repubblica, si è fatto fronte comune per spingere verso la chiusura della procedura d’infrazione.
Almeno per ora, tutto è bene quel che finisce bene. Come affermava Sergio Mattarella, “non ci sono gli estremi per una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia”.
Le rassicurazioni del premier Conte possono aver giocato un ruolo determinante, nello stop alla procedura. Ecco cosa diceva martedì 2 luglio, giorno nel quale, in un principio, doveva esser presa una decisione in merito alla procedura. “Abbiamo approvato il disegno di legge sull’assestamento di bilancio e possiamo inviare i nostri documenti ufficiali in Europa, mettendo sul piatto oltre sette miliardi di euro che ci consentono di dire che siamo in linea con le previsioni del famoso 2,04% di deficit/Pil nel 2019”.
Per evitare la procedura infrazione no a manovra correttiva, sì a aggiustamento strutturale nel 2020
Nessuna manovra correttiva per il 2019 ma aggiustamenti strutturali contenuti nella legge di bilancio per il 2020. Conte e Tria hanno promesso di ridurre di due decimi il deficit strutturale grazie ad un maggior gettito fiscale e attraverso dividendi straordinari, oltre a ridurre le spese per reddito di cittadinanza e pensioni. Nel complesso, una riduzione del deficit compresa tra i 7 e gli 8 miliardi di euro.
Un difficile equilibrio, tra promesse e realtà
Salvini non vuole rinunciare in alcun modo alla flat tax, la riforma di punta del centrodestra che vale almeno 15 miliardi di euro (in deficit) e che cozza con la promessa di un maggior rientro fiscale previsto dalla legge di bilancio 2020. Non solo: bisognerà evitare l’attivazione delle clausole di salvaguardia, che comporterebbero un aumento dell’Iva.
Da settembre, si tornerà a discutere animatamente sulla legge di bilancio 2020. Salvini ha marcato una linea invalicabile. “Se mi dicono che le tasse si tagliano resto al governo, altrimenti vado in montagna a fare la ricotta”.
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