Si è finalmente risolta la partita delle nomine dei vertici dell’Unione Europea. Alla Commissione, Ursula Von Der Leyen (tedesca) succede al lussemburghese Jean-Claude Juncker. Al posto di Mario Draghi – non disponibile per nuovo mandato – vedremo, a capo della BCE, niente meno che l’attuale direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. L’esperta politica francese ha lavorato molto in ambito politico e, di fatti, si discosta notevolmente dal profilo puramente tecnico di Mario Draghi, economista tra i più stimati al mondo.
L’affermazione di Christine Lagarde porta per la prima volta una donna a capo della Banca Centrale Europea, istituzione chiave dell’impalcatura comunitaria. Da lì, dovrà gestire e mediare tra istanze molto diverse tra loro. Tra chi opta per maggior austerità (come nel caso tedesco) e chi, invece, chiede un allentamento dei vincoli (come suggerito dal governo italiano).
Christine Lagarde: un profilo più politico che tecnico
Il suo nome completo è Christine Madeleine Odette Lagarde. Classe ’56, la 63enne, attuale direttrice del FMI, è laureata in legge ed è esperta di diritto del lavoro. Cominciò la sua carriera lavorativa proprio esercitando l’avvocatura. La sua carriera politica decolla nei primi anni 2000. Il suo primo incarico governativo risale al 2005, quando Lagarde ottiene la delega al commercio estero sotto l’esecutivo di Villepin. La relazione politica più proficua sarà sicuramente con Fillon – ex candidato alla presidenza (travolto poi da scandali che lo tagliarono fuori dall’ultima corsa elettorale verso l’Eliseo) e già primo ministro nell’epoca di Sarkozy -. Nel “Fillon I”, Lagarde ottiene il dicastero dell’Agricoltura e della Pesca. Nel secondo mandato del ticket Sarkozy-Fillon, l’attuale direttrice del Fondo Monetario Internazionale ottiene il fondamentale ministero dell’Economia, dell’Industria e dell’Impiego.
Il 5 luglio 2011 Lagarde arriva a capo del Fondo Monetario Internazionale, sostituendo il connazionale Strauss-Kahn. Durante il suo mandato sostiene apertamente la politica di austerità in Grecia, seppur chiedendo una ristrutturazione del debito.
Secondo la maggior parte degli analisti, Christine Lagarde non può essere considerata un “superfalco” dell’austerity, pur rientrando nel solco di coloro che si rivedono in una visione economica neoliberista.
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