Da Alfano a Bloomberg: la Politica si guardi del Populismo Digitale
Si vocifera che l’annuncio di Angelino Alfano in merito ad un rilancio del Pdl nasconda un impegno profondo del Centrodestra verso l’uso della Rete ed un uso dei nuovi media per disintermediare ulteriormente l’aggregazione del consenso rispetto ai canali tradizionali, fisici e personali.
[ad]Che si tratti di un effettivo uso strategico ed innovativo del digitale, lo scopriremo solo vivendo: quel che e’ certo e’ che i dirigenti del partito sono stati recentemente coinvolti in un percorso di formazione e familiarizzazione con le tecniche del digitale ai fini della raccolta e del mantenimento del consenso.
Il digitale oggi e’ infatti un’area imprescindibile per chi fa politica e sono romei diventati proverbiali sia casi di successo del suo uso in Italia (i casi Vendola e Pisapia su tutti) sia gli incidenti che hanno coinvolto Letizia Moratti e Roberto Formigoni, inciampati in una dinamica – quella dei social media – che devono essere approcciati con interattività e trasparenza oltre che con accortezza e professionalita’.
Tale strumento non va pero’ assolutizzato: l’uso che ne ha sempre fatto Obama e’ tutt’altro che sganciato dai media e dalle leve tradizionali della politica: in particolare, il Web e’ nel 2008 stato una potente, ma ancillare, modalità di acquisizione e gestione dei contatti all’interno di una più ampia strategia di CRM.
Il Web va inoltre affrontato con maggior spirito critico anche dai suoi principali sostenitori: il grido di dolore di Michael Bloomberg che lamenta la continua necessita’ di rispondere alle critiche al suo operato sui social media fa pensare che tali contesti possano far propendere su un approccio all’amministrazione miope e di breve periodo, senza lo sguardo lungo che e’ richiesto in particolare da questa congiuntura. E’ quel fenomeno che viene definito “populismo digitale” e che certo nasconde criticità tutt’altro che sottvalutabili da chi vede nella Rete una leva di trasparenza e un fattore innovativo di democrazia.
La Rete e’ pero’ pur sempre, occorre ricordarlo, una forma giovane di comunicazione che deve ancor quindi attraversare un processo di maturazione ed educazione al fine di trovare in se’ i semi della propria evoluzione.