Si può affermare che le ultime dichiarazioni sulla Coca Cola, proferite dal vicepremier e capo politico del M5S, Luigi Di Maio, abbiano suscitato ilarità e qualche perplessità. L’argomento merita, però, una certa attenzione e anche una adeguata contestualizzazione.
L’intervento alla Coldiretti di Di Maio su Coca Cola
Il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro è intervenuto al villaggio della Coldiretti, riunitasi a Milano dal 5 al 7 luglio. Inevitabile, quindi, il dibattito su alimentazione e produzione del settore primario. La parte più discussa e che ha smosso maggiormente i media riguarda indubbiamente l’attacco (se così può essere definito) di Di Maio nei confronti dei distributori di Coca Cola e merendine nelle scuole.
“L’educazione alimentare nelle scuole si deve fare prima di tutto eliminando tutti questi distributori di cibo spazzatura che viene somministrato ai nostri figli. Personalmente trovo assurdo che un bambino nel corridoio della sua scuola abbia ancora un distributore di Coca Cola o prodotti non Made in Italy. Mettiamoci un bel distributore di succo d’arancia”.
Per Di Maio, un attacco con duplice vertente
La critica di Di Maio si muove su una duplice vertente. La prima, riguardante l’educazione alimentare e, più in generale, l’alimentazione dei più giovani. La seconda, maggiormente legata all’ambito economico e commerciale. È probabilmente quest’ultima affermazione che lascia maggiori perplessità, considerando l’importanza della Coca Cola in Italia in termini di produzione. Riprendiamo dalla stessa pagina della Coca Cola:
Nel nostro Paese, il sistema Coca-Cola conta cinque stabilimenti: Nogara (VR), Oricola (AQ), Marcianise (CE) e Catania per i soft drink e Rionero in Vulture (PZ) per le acque minerali.
Cinque stabilimenti che garantiscono lavoro a migliaia e migliaia di persone (lo stabilimento di Nogara, a Verona, è tra i più grandi in Europa nonché uno dei più efficienti ed ecologici). Una delle battute più ricorrenti su twitter è stata la seguente;
Che ingrato Di Maio, adesso se la prende con la Coca Cola. Ma è soltanto grazie alla Coca Cola se nel 2012 aveva un minimo di curriculum.
Poi, le accuse di aver tagliato 4 miliardi per l’edilizia scolastica – per poter risolvere l’annoso braccio di ferro con Bruxelles – e sviare l’attenzione su temi irrilevanti o decisamente minoritari, rispetto alla stabilità delle strutture, il loro mantenimento e il pieno funzionamento (tanto sotto il profilo del personale che sotto il profilo materiale).
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