Sondaggi elettorali – Era probabilmente inevitabile. Dopo la crescita notevole seguita alla vittoria alle europee per la Lega viene un momento di pausa, con un piccolo ripiegamento dalle cifre record raggiunte.
Il tema dell’immigrazione rimane comunque centrale nel dibattito politico e con tutta probabilità lo rimarrà ancora per diverso tempo. Ed è facile immaginare di conseguenza che il partito che su questo argomento raccoglie più consensi rimarrà sulla cresta dell’onda. Punto più o punto meno.
A guadagnare da questo calo della Lega i maggiori partiti, in particolare Forza Italia, Fratelli d’Italia, che rimane dietro il partito di Berlusconi, il Movimento 5 Stelle. Sale di pochissimo il PD.
Per questa estate il panorama appare delineato, con una Lega dominus della politica italiana e il PD che fa da principale opposizione, ma in una posizione ancora troppo debole.
E un centrodestra totalmente al traino del partito di Salvini che ha la stessa percentuale che aveva il PDL nei suoi momenti migliori. E senza un Fini all’orizzonte che possa impensierirlo.
Ma vediamo i numeri dell’ultimo dei sondaggi elettorali Swg, raccolti con circa 1500 interviste con metodo CATI-CAMI-CAWI
Sondaggi elettorali Swg, quel che perde la Lega rimane nel centrodestra
La Lega perde mezzo punto e va al 37,5%. Ma è esattamente lo 0,5% che recuperano gli altri partiti di centrodestra. Forza Italia infatti va al 6,8% crescendo dello 0,3%, mentre Fratelli d’Italia avanza di due decimi portandosi al 6,6%.
Nel complesso il centrodestra è sempre a un ottimo 50,9%.
La maggioranza di governo invece è a 54,9%. In calo di tre decimi. Il Movimento 5 Stelle infatti cresce dello 0,2%, va al 17,4%, e non compensa quanto perduto dalla Lega.
Il PD va al 22,7%, raggranellando uno 0,1%.
Esattamente quanto guadagna anche +Europa, che arriva a un soffio della soglia del 3%, al 2,9%.
In calo invece i Verdi, che perdono lo 0,3% e vanno al 2,4%, appena sopra al livello delle europee.
La Sinistra torna al comunque deludente 1,7% del 26 maggio, guadagnando lo 0,2%, mentre i partiti sotto l’1% calano di tre decimi e scivolano al 2%.
In diminuzione, dell’1%, anche l’astensione, ora al 39%