La strada per risolvere la partita sulle autonomie è decisamente in salita. È uno dei temi maggiormente divisivi per l’esecutivo giallo-verde, considerando la divisione geografica del voto: un Nord a trazione leghista e un Sud ancora fortemente legato ai 5 Stelle. Le Regioni che hanno fatto richiesta di una Autonomia differenziata – che permetterebbe di avere maggiori libertà rispetto alle altre – sono tutte del settentrione. Parliamo della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia-Romagna.
Cos’è l’autonomia differenziata
La possibilità di un regionalismo differenziato o asimmetrico rientra tra le novità introdotte nell’ormai lontano 2001 con la riforma del titolo V della Costituzione. Gli ambiti di applicazione dell’autonomia differenziata riguardano tutte le competenze legislative concorrenti descritte dall’articolo 117 della Costituzione (comma 3). Spiccano i rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni, il commercio con l’estero, la sicurezza sul lavoro, l’istruzione e la ricerca scientifica e tecnologica. Tra le altre fondamentali, spicca la gestione dei porti e aeroporti civili e le grandi reti di trasporto e di navigazione. Infine, sul piano-economico finanziario, è assolutamente centrale il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.
Il passaggio dallo statuto ordinario a quello speciale è garantito dal procedimento legislativo per le leggi rinforzate. È necessaria l’approvazione a maggioranza assoluta delle due Camere e aver ascoltato previamente il parere degli enti locali, d’accordo all’art.119 della Costituzione.
Fumata nera, per ora, sul regionalismo differenziato
Per ora, non si è arrivati ancora a nessun accordo dalle parti del Governo, nonostante il clima sia decisamente dialogante e molto più disteso rispetto ad altri temi cardine, come quello della tav. La strada è ancora lunga e si dovrà discutere prevalentemente sul tema fiscale, vero nodo gordiano della sfida sulle autonomie. Anche il tema della infrastrutture (in particolare, porti e autostrade) è un punto decisamente spinoso e di contrasto tra le due forze dell’esecutivo.
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