L’Italia vista a 12k

L’Italia vista a 12k

È una giornata qualunque, in Italia. Una donna apre l’armadio, vede troppa roba e non sa quale scegliere. Le fa tutto schifo, ma quando l’ha comprata era così a buon mercato. Ora ha un armadio con la stessa pressione del centro del pianeta, a furia di 9,99 centesimi c’è dentro l’equivalente del PIL di Londra, è inutilizzabile ma svuotarlo le fa tristezza, perché poi non avrebbe niente da mettersi. Si deprime e pensa che non ha una casa abbastanza grande. Non ha abbastanza soldi. Bella com’era poteva scegliersene uno più ricco.

L’eterno fidanzato passa dietro di lei e con una flatulenza la informa che il bagno serve a lui. Si appunta mentalmente di non dargliela. Questo le ricorda che è in preciclo. È rimasta cioccolata, in frigo? No, perché quello me la mangia di nascosto.

Chissà se esiste un paradiso dei gatti.

È estate e fa caldo. Ci sono temporali e ondate di afa. I giornali titolano bombe d’acqua, bombe d’aria, bombe di bombe. Gli arlecchini e i balanzoni eletti a furor di popolo hanno detto qualcosa che ha scatenato brusii in platea. È qualcosa di storico, di mai visto, l’inizio della fine, il nuovo fascismo, è scandaloso, vergognoso, inaudito e il mese prossimo verrà riproposto fritto con patate e salsa barbecue. Un venditore abusivo sale sul Colosseo per esprimere il suo diritto ad abusivare; platea internazionale applaude, il vigile col megafono: «Attenscion plis».

“È solo un normale controllo”, dice l’appuntato.

In Instagram le pinup – oggi dette influencer – esibiscono i propri talenti corporei e postproduttivi accompagnati da aforismi, così dopo la sega ti senti anche più colto. Gli adolescenti si azzuffano e compiono atti di vandalismo, i giornali titolano allarme baby gang, violenza in salita verticale tra i giovanissimi. Un elzevirista riesce a collegarla a un celebre politico; fino a qualche anno fa era impensabile dei ragazzini potessero compiere azioni tanto efferate, dice la patria dei ragazzi del ’99.

Alla cassa del supermercato, un uomo causa una fila monstre per difendere il suo diritto allo sconto di 50 centesimi. Esce, apre un Porsche Cayenne, parte. In una città qualcuno tiene una presentazione importante e si fa aiutare dal collega a mettere bene la cravatta. Contemporaneamente, a quattrocento chilometri di distanza, un uomo della sua età si distende sul prato e nota una bella ragazza tre posti più in là. Ah, ma ha il ragazzo. Bè, tanto lui è lì con la moglie.

Una madre di professione madre nella chat dei genitori organizza feste, proteste e condivide meme, grazie ai quali gli altri genitori sognano la scuola finisca quanto e più dei figli. I vitelloni oggi detti intellettuali, pagati cifre simboliche, con la scusa di parlare di qualche politico raccontano la propria vita sessuale e dove hanno passato le vacanze: New York, Berlino, Londra, Barcellona, ora sono nel loro appartamento a Milano e pensano che. Una vecchia di settant’anni fuma una MS Mild sulla panchina del parco: «Ci ho seppellito mio marito con queste, sa?» ride.

Francesco e Valeria pensano che non ne possono già più, vorrebbero andare a casa, ma dovranno restare al matrimonio di Carla ed Enrico fino a stanotte. Aspiranti intellettuali mettono il like mentre si cambiano l’assorbente nel bagno dell’ufficio. Da qualche parte, qualcuno è molto arrabbiato perché qualcuno ha scritto qualcosa in Internet. Nell’appartamento di fianco è nata la piccola Katia, a Venezia un gondoliere grida “OÈ!” mentre arriva a un incrocio. “Oè…”, gli rispondono da destra.

«What’s the meaning of oè?» domanda una turista tedesca.
«Itz de italian uei tu ask for anal secs» replica il pope.
Risatine.

È stata una giornata qualunque, in Italia. Come la spianata di cemento spaccato di una casetta a Capo Vaticano, dove da tre generazioni una famiglia beve birra tra gechi e zampironi, mentre Samir e Giuseppe giocano e bevono Fanta, e in televisione due donne in tailleur e mastoplastica additiva si gridano dietro.

“Italia… UNO!” gridano dal giardino vicino.