Stipendi M5S non restituiti: ministri e parlamentari, ecco la lista
Stipendi M5S non restituiti, ci sono anche alcuni big del Movimento tra coloro che non sono in regola con i versamenti. I nomi più famosi.
Stipendi M5S non restituiti – Poco prima delle ultime elezioni politiche il MoVimento 5 Stelle fu investito dal caso cosiddetto Rimborsopoli. Ovvero dal caso della omissione da parte di alcuni parlamentari di versare una parte dello stipendio in un fondo che con cui si finanziano le piccole imprese attraverso il microcredito.
Stipendi M5S non restituiti, torna alla ribalta la questione in casa 5 Stelle
Mentre in alcuni casi si trattava di errori o di ritardi, in altri c’era alla base un meccanismo con cui prima il bonifico veniva effettuato ma poco dopo veniva revocato per evitare di versare la quota prestabilita. Tutto ciò provocò un terremoto non da poco in casa M5S.
Nelle ultime ore la questione della restituzione di una parte degli stipendi M5S è tornata alla ribalta. Questa volta per il ritardo di alcuni deputati del Movimento che secondo quanto riportato dalla piattaforma pubblica consultabile all’indirizzo tirendiconto.it non sarebbero in regola con le restituzioni.
I nomi
In un certo senso sorprendono i ritardi nella restituzione di nomi importanti come quelli del Presidente della Camera Roberto Fico e del ministro Danilo Toninelli.
Secondo quanto riporta il quotidiano Il Giornale sono 36 i parlamentari che non sono in linea con le restituzioni. In molti casi presumibilmente si tratta di ritardi che saranno presto recuperati.
Tra coloro che devono versare il dovuto per diverse mensilità c’è il senatore Ciampolillo. C’è anche da dire che il mancato versamento può preludere al passaggio ad altri gruppi parlamentari. Per esempio Davide Galantino, fermo coi versamenti a settembre 2018, proprio nelle ultime ore ha comunicato la volontà di abbandonare il M5S per iscriversi al gruppo misto. Galantino aveva spiegato il motivo del mancato versamento con le seguenti parole: «È vero, non ho versato. Ma molti di noi hanno scelto di non farlo perché non condividono il fatto che i nostri soldi finiscano ad un conto corrente privato». «Abbiamo chiesto soluzione alternativa in questi mesi, ma niente». «Nessuna risposta. La fiducia deve essere reciproca».
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