Crisi demografica, dove la popolazione è in maggior calo. L’evoluzione negli anni – infografiche
Crisi demografica, dove la popolazione aumenta in controtendenza rispetto al resto del Paese. E dove invece diminuisce maggiormente
Crisi demografica? In Italia la popolazione è in calo da diversi anni. Nonostante l’immigrazione, il calo delle nascite è troppo forte e nel 2018 il numero dei residenti in Italia è diminuito di 124 mila unità. Di 400 mila in 4 anni.
Ma precisamente dove il tasso di crescita della popolazione è risultato più negativo l’anno scorso e in quelli precedenti? Navigando nella nostra infografica possiamo scoprirlo. Ed è subito evidente che l’unica area con un aumento della popolazione è stata quella centrale del Nord, del resto la più sviluppata economicamente, ovvero la Lombardia, tranne Como e Sondrio, il Trentino Alto Adige, e una parte di Veneto ed Emilia Romagna. In provincia di Bolzano l’aumento degli abitanti è stato del 6,4%, in quella di Milano del 4,9%.
Altrove è il deserto, o quasi, e la crisi demografica colpisce duro. Biella e Vercelli stanno decrescendo di più dell’8%, al Sud a Isernia o Caltanissetta il calo è maggiore del 10%, nel centro della Sardegna, nella fascia appenninica meridionale è comunque superiore dell’8%.
Al Centro fa eccezione Prato, dove la popolazione aumenta come a Bolzano, mentre nel resto della Toscana la popolazione è in calo.
Crisi demografica, cosa è successo negli anni precedenti
Andando indietro nel tempo, almeno agli anni in cui è iniziato il calo degli abitanti, dal 2014 in poi, è evidente che la diminuzione dei residenti non è così concentrata come nel 2018. Vi sono province anche del Centro-Sud, come Roma o Bari, in cui comunque la popolazione è aumentata nel 2014. Nel 2015 solo Latina, Ragusa e Crotone sono state ancora in positivo al Sud, nel 2016 torna con il segno più Roma. Così come nel 2017, quando tuttavia è migliorata la situazione in Emilia Romagna e nella Lombardia, eccezion fatta per la Bassa, che nel 2018 è ricominciata invece a crescere.
Insomma, anche in questo campo è aumentata la disuguaglianza. Con un’Italia che traina il resto del Paese sia economicamente che demograficamente. Un Paese nel Paese in realtà piuttosto piccolo che va da Pordenone a Pavia e da Prato e Bolzano che attira immigrazione interna ed esterna, ma alla fine non ce la fa. La media nazionale rimane negativa. E lo rimarrà finché al Centro-Sud i numeri non torneranno con il segno più.