Il caso di David Mills rimarrà nella storia Repubblicana Italiana come un tipico esempio di Giustizia tutta da rifare. Ma non come la intende Silvio Berlusconi, ovvero delegittimando gli antropologicamente diversi, quanto invece esattamente al contrario, potenziandoli e rendendoli più efficienti. Il Lodo Alfano permetterà all’attuale Presidente del Consiglio di non subire alcun processo durante il corso del suo mandato, benchè Mills sia stato trovato colpevole di corruzione.
[ad]Non importa, il Lodo Alfano permette questo ed altro. Ricordiamo che quel Lodo è stato votato regolarmente in Parlamento. Ora si aspetta che la Corte Costituzionale si esprima in merito alla sua costituzionalità. Nel passato governo Berlusconi, l’allora maggioranza volle far passare il Lodo Schifani, ma la Corte lo bocciò. Non c’è da dubitare che anche questa volta accadrà la stessa cosa. Nel frattempo Silvio Berlusconi risulta ingiudicabile.
Fininvest e Berlusconi possono dormire sonni tranquilli. Noi cittadini comuni, invece, se non ritiriamo lo scontrino al Bar e la Guardia di Finanza ci scopre, rischiamo grosso non potendo contare su un Lodo Alfano.
Tuttavia non possiamo far cambiare idea a metà paese che continua a votare da 15 anni a questa parte la stessa persona. Un giorno, forse, lo capiranno e sarà troppo tardi.
Vediamo dunque di ripercorrere brevemente il caso Mills:
Milano – L’avvocato inglese David Mills è stato condannato a quattro anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari dal Tribunale di Milano. Il legale nel luglio del 2004 aveva raccontato ai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo di aver ricevuto 600mila dollari dal gruppo Fininvest per dire il falso nei processi in cui era coinvolto Silvio Berlusconi.
Successivamente, nel corso del dibattimento, Mills aveva poi parzialmente ritrattato quella versione cercando di discolpare il Presidente del Consiglio. Il premier era in un primo momento imputato insieme all’avvocato, ma la sua posizione è stata stralciata in seguito all’approvazione del “Lodo Alfano” sull’impunità delle massime cariche dello Stato da parte del Parlamento, norma attualmente al vaglio della Corte Costituzionale. Mills è stato condannato a risarcire anche 250 mila euro alla parte civile Presidenza del Consiglio (paradossalmente al suo coimputato). I giudici hanno inoltre disposto la trasmissione degli atti alla Procura perché valuti la testimonianza di Benjamin Marrache, uno dei testimoni nel processo.
La parte in rosso penso sia la beffa delle beffe. Solo in Italia può capitare.
Il 17 Giugno 2008, Silvio Berlusconi sostenne
Berlusconi ha ricusato il giudice Nicoletta Gandus chiamata a decidere del processo in cui il Cavaliere e il legale inglese David Mills sono accusati di concorso in corruzione in atti giudiziari. Una mossa, si legge nell’istanza presenta dai legali del premier, legata alle “reiterate manifestazioni di pensiero che appalesano una inimicizia grave” nei confronti di Berlusconi. E nell’istanza si sottolinea anche come il giudice Gandus “appaia tra i soggetti potenzialmente danneggiati nel processo collegato, da cui nasce il presente processo, avendo posseduto azioni Mediaset ed essendo quindi fra quei soggetti che potenzialmente avrebbero potuto costituirsi parte civile”.
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Il 20 Giugno 2008 Silvio Berlusconi sostenne
«LA PROSSIMA SETTIMA LI DENUNCIO» – Per questo «motivo sono indignato» ha aggiunto il Presidente del Consiglio, annunciando che la settimana prossima terrà «una conferenza stampa per denunciare la situazione della magistratura italiana e tutta la mia indignazione e la mia volontà di non vedere sovvertita la democrazia».
[ad]Il 17 Febbraio 2006 David Mills sostenne
“Non posso che attestare l’assenza di regalie e/o compensi dal gruppo Fininvest e/o di Berlusconi, che non siano quelli puramente professionali da me percepiti”. “Riaffermo, inoltre – scrisse ancora nella memoria – con la massima enfasi, che le mie precedenti testimonianze (nei processi, ndr.), salvo gli inevitabili vuoti di memoria, erano sincere e veritiere”.
Il 21 Gennaio 2009, sul Giornale apparve questa notizia
«È doveroso dire – scrive ora Mills – che ho fatto degli errori, ho condotto male i miei affari e ho causato molti fastidi a delle persone che non hanno in nessun modo meritato tale guaio. Ma non sono mai stato corrotto né da Carlo Bernasconi né dal dottor Silvio Berlusconi o da qualsiasi altra persona».
«Non c’era coercizione, ma dopo dieci ore di interrogatorio, davanti a due pm, uno dei quali agiva da amico, l’altro un po’ più ostile, tutti e due insistenti e scettici, avevo il morale a terra». «Il forte timore di essere arrestato», scrive Mills, mi spinse ad insistere nella bugia: «Senz’altro un errore, ma nelle circostanze menzionate, un errore comprensibile. In ogni caso, anche dopo avere firmato il verbale, non pensavo affatto che avessi confessato un atto corruttivo. Non c’era mai stato un accordo per rendere testimonianze false, non c’era mai stata la volontà di favorire Berlusconi».
Silvio Berlusconi continua ad essere il Primo Ministro, continua a vincere elezioni su elezioni, continua a rimanere un elemento di imbarazzo per una metà di italiani.
Per l’altra no, tutto fila liscio come l’olio.