Emergono delle novità, poche a dire il vero, sul rapimento della cooperante italiana Silvia Romano avvenuto in Kenya ormai 8 mesi fa dopo l’incontro tra il procuratore generale del paese africano e il pubblico ministero che si sta occupando del caso Sergio Colaiocco.
Silvia Romano: confermati i dettagli già noti
Nel corso del faccia a faccia la ricostruzione degli eventi è finalmente diventata più precisa: per esempio, il rapimento di Silvia Romano, avvenuto il 19 novembre 2018 nel villaggio di Chakama, Sud del Kenya, dove la cooperante si trovava nel quadro di un progetto di un’associazione italiana, finora sembrava essere stato condotto da sole 3 persone. In realtà, appare sempre più chiaro che a rapire la Romano siano state 8 persone, una banda di criminali comuni che nei giorni precedenti al fatto avevano seguito gli spostamenti della ragazza.
Poche altre novità sono emerse, tuttavia, dettagli già noti agli organi di stampa hanno trovato definitiva conferma nel corso dell’incontro con cui le autorità kenyote hanno ragguagliato quelle italiane sul prosieguo delle indagini: Silvia Romano, senza cellulare e senza passaporto, è stata portata via a bordo di una motocicletta e portata in una zona nei pressi del fiume Tana. I suoi rapitori l’avrebbero ceduta, più o meno a fine dicembre, a un’altra banda di criminali, dunque, fino ad allora era sicuramente in vita.
Pochi passi avanti
Per quello che si apprende, le conferme sarebbero arrivate grazie alle dichiarazioni di tre cittadini somali arrestati perché sospettati di aver partecipato al rapimento: a fine luglio comincerà il processo per due di loro. Insomma, come si diceva, nessuna particolare novità; d’altra parte, già a marzo, lo stesso premier Conte si era trovato ad ammettere che ben pochi passi avanti erano stati fatti nelle indagini negli ultimi mesi: non è chiaro quanto stia pesando sul caso il difficile rapporto – che però starebbe migliorando come testimonia, appunto, l’incontro – tra gli inquirenti del paese africano e quelli italiani (che probabilmente seguono ancora la pista che vorrebbe la Romano in Somalia trattenuta fai terroristi islamisti di Al Shaabab, versione a più riprese rifiutata da Nairobi). Carabinieri e Guardia di Finanza presto forniranno un supporto diretto alle indagini.
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