Ieri mattina la Digos di Torino ha perquisito le abitazioni di estremisti di destra, arrestandoli e sequestrando un arsenale di armi da guerra, pistole, oggettistica nazista e addirittura un vecchio missile aria-aria Matra 530F, sprovvisto di testata esplosiva. Si montava solo sui caccia Mirage, e viene da un contratto tra Francia e Qatar del 16 ottobre 1980.
Gli arrestati sono il classico florilegio di casi umani: un 61enne ex doganiere già condannato per truffa ed ex militante in FN, un italosvizzero di 42 anni in piena crisi etnico culturale e un 51enne, di cui non si sa il coinvolgimento.
I giornali tuonano: perché il centrodestra non prende le distanze?
Quando gli anarchici misero una bomba nella caserma dei Carabinieri, una davanti a una libreria, due nella sede della Lega, quando li han fermati per un soffio mentre stavano per metterne una in casa dell’amministratore penitenziario, sono state prese le distanze? Quando gli indipendentisti veneti (per la seconda volta) tentarono di costruire la bat ruspa con tanto di cannoni e mitragliatrici, la Lega ha preso le distanze? Quando un anarchico aveva pistola, munizioni, tirapugni e bombe carta? E non parliamo delle notizie in cui i Carabinieri sventano sistematicamente attentati di matrice islamica, iniziati da noi molto prima dell’11 settembre. Nessuno prende le distanze, perché ha altro da fare che occuparsi del grande hobby nazionale.
La storia è circa la stessa da secoli
Quattro sfigati al bar sport, di solito dopo tre bianchi e l’ennesimo due di picche, dopo estenuanti discorsi disfattisti sull’Italia (che loro adorano sfregiare dicendo ItaGLia, li fa sentire molto arguti) e sui giornalisti (che diventano giornalai, sagacissimo) decidono di pianificare Il Colpo di Stato per instaurare una dittatura. Lo scopo ufficiale è di risistemare le sorti della madrepatria, mentre lo scopo reale – oggi come 2000 anni fa – è quello di poter sparare al suocero, non pagare le tasse, schiavizzare i propri dipendenti e rimorchiare fitness model senza essere puniti o derisi.
È un piano che alberga nella testa di ogni italiano, riassumibile in “vita Smeralda ma con le armi”, e che finisce sempre e solo in due modi: uno, con la triste rassegnazione. Due, coi Carabinieri che li traducono in catene davanti al giudice, il quale si mette la mano davanti agli occhi e sbuffa “ripetetemi qual era il piano”.
L’Italia non fa colpi di Stato, fa golpe di mona
Lì fuori è pieno di falliti che collezionano simboli fallici rubacchiandoli e sentendosi Bourne, di sfigati che si spacciano per capitani del ROS per gestire le corna, di aggenti segretissimi per scopare (questo è un must), si fingono top gun di nuovo per trombare, e poi medici, sempre per trombare, anche se i preferiti sono i Carabinieri, a volte con finali degni del miglior Goldoni. E non si capisce perché il cinema italiano non ne scriva, dato che storie simili hanno fatto la fortuna di Germi o Scola.
Questi idioti, probabilmente grattando e arraffando durante un passaggio in dogana, sono riusciti addirittura ad avere il Missilone©, un catorcio inutilizzabile che però si sono tenuti, animati da nobili intenti sovversivi tipo “adesso vediamo chi rimorchia più skinhead girl”. Certo, cercare di piazzarlo via Whatsapp è stata tra le idee più stupide che si possano immaginare, ma fa parte dell’ego: a che serve avere il Missilone ©, se non puoi mostrarlo a nessuno?
Perché?
Perché siamo italiani, e adoriamo cullarci nell’idea che un giorno il mondo finirà, ci sarà l’invasione zombie, la terza guerra mondiale, la guerra civile, l’anarchia, l’invasione aliena, qualsiasi catastrofe va bene, purché sia in grado di strapparci dalla vita agra che ci siamo costruiti una scelta sbagliata dopo l’altra, seduti ai tavoli dei bar sport di provincia, troppo impegnati a imbastire fantasie hollywoodiane un due di picche dopo l’altro.
Però hey, baby, io a casa c’ho il Missilone.
Vuoi salire a vederlo?