Cassette di sicurezza 2019: Pace fiscale 2, cosa rischia chi tiene contanti
La pace fiscale 2 entra nel vivo e i contanti detenuti nelle cassette di sicurezza avranno un ruolo di primo piano. Le ultime notizie.
Continuano a essere al centro di discussioni (e polemiche) i contanti detenuti nelle cassette di sicurezza e che il governo, Lega in primis, vorrebbe far emergere, confluendo questa (e altre 2 misure) nella fase 2 della Pace Fiscale. L’obiettivo è il recupero di quel denaro evaso, ricavare da ciò la liquidità necessaria per attuare le misure principe della prossima manovra, tra cui la riduzione della pressione fiscale, anche tramite la flat tax.
Contanti nelle cassette di sicurezza: primo step della Pace Fiscale 2
Si parla già di Pace Fiscale 2, ovvero di un ulteriore pacchetto di misure che permetterà ad alcuni contribuenti di sanare definitivamente i propri debiti con il fisco. Tra le misure previste c’è anche quella che colpisce i contanti “risparmiati” nelle cassette di sicurezza. Stando a quanto riporta il sottosegretario al Mef Massimo Bitonci, si parla di circa 150 miliardi di euro in totale. Una cifra molto ingente, da cui si evince come sia una priorità l’emersione del contante e la tassazione sullo stesso: in cambio quei soldi potranno tornare a circolare liberamente, senza più controlli. La penale da pagare, inoltre, sarà priva di sanzioni e interessi. L’obiettivo del governo comunque è quello di far emergere almeno il 30% o il 40% di quel contante, tassarlo tramite Irpef e perdonare il contribuente che dovrà peraltro certificare come gli importi nelle cassette di sicurezza dipendano da evasione fiscale e non da attività illecite. In poche parole, solo l’evasione fiscale sarà “perdonata”.
Cassette di sicurezza e non solo: gli altri attori della nuova pace fiscale
Oltre ai contanti nelle cassette di sicurezza, il governo sta pensando anche al saldo e stralcio esteso alle imprese. L’attuale saldo e stralcio, infatti, a oggi coinvolge solo le persone fisiche in difficoltà economiche. Come riporta Il Sole 24 Ore, però, per estendere il saldo e stralcio anche alle imprese, sono due gli ostacoli da superare: “Valutare se sia davvero una misura in grado di portare più gettito e non comporti coperture; individuare indicatori semplificati a cui ancorare lo stato di difficoltà per le imprese”.
Resta ancora in piedi l’adesione finalizzata a evitare le liti, con un importo da versare a forfait sulla somma oggetto della lite tra fisco e contribuente pari al 20-30%. Anche qui sarebbero esclusi dall’adesione le attività di natura penale, i patrimoni nei paradisi fiscali e altre attività illecite.
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