Li avevamo lasciati ai loro paradisi fiscali e alle loro nuove vite dopo lo spettacolare colpo alla Zecca di Stato spagnola. E così doveva concludersi. Ma il business è business e il successo chiama i soldi: quindi perché non riunire gli sceneggiatori e trovare una storia per una terza stagione? Detto e fatto: La Casa di Carta 3 uscirà su Netflix il 19 luglio. E oggi si sa anche a che ora. Cosa dobbiamo aspettarci dall’ultima stagione della serie spagnola?
La Casa di Carta 3: a che ora esce su Netflix
La terza stagione de La Casa di Carta uscirà alle ore 9 del mattino di venerdì 19 luglio 2019. Chi è in ferie o ne ha la possibilità, potrà quindi sintonizzarsi sin dalle prime ore del mattino sulla piattaforma streaming e vedere tutti gli 8 episodi in una giornata soltanto. Oppure aspettare il weekend e magari goderseli tranquilli, stando alla larga dagli spoiler che usciranno nelle giornate precedenti.
Ecco alcune anticipazioni
La Banda del Professore torna in azione, ma stavolta non solo per soldi, ma anche per liberare un loro compagno di scorribande, Rio, nelle prese di quella che presumibilmente dovrebbe essere l’Interpol. Ci saranno nuovi personaggi e quindi nuovi attori nel cast, mentre cresce la curiosità per Berlino, personaggio morto nella seconda stagione ma che si rivede alla fine del primo trailer della terza (che si tratti di un flashback?), dove si nota anche l’ambientazione fiorentina (alcune riprese della serie sono infatti state girate nel capoluogo toscano).
La Casa di Carta: il segreto del successo
Nelle conferenze di presentazione italiane della terza stagione, gli attori si sono soffermati sul successo della serie, che in molti, prima che venisse pubblicata su Netflix, ritenevano inspiegabile. In poco tempo, in verità, La Casa di Carta 3 è stata una delle serie in lingua non inglese più viste al mondo e oggi nelle piazze si possono vedere spesso manifestanti che indossano la maschera di Salvador Dalì, che ormai sembra quasi aver soppiantato quella di Guy Fawkes (vedere V per Vendetta). E la chiave del successo della serie sta probabilmente proprio qui: nella volontà da parte della gente comune (non di intellettuali, esponenti della cultura con le tasche gonfie e critici sul piedistallo) di identificarsi in questi ladri buoni che rubano allo Stato perché lo Stato ruba agli onesti cittadini. È la classica storia di Robin Hood, travasata ai giorni nostri. E per questo piace.
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