Abolizione Bollo auto 2019: spread in calo, M5S “mettiamo insieme risorse”
L’abolizione del bollo auto è in cima alla lista dei pensieri del leader M5S Luigi Di Maio: l’obiettivo è quello di riuscirci grazie al calo dello spread.
L’abolizione del bollo auto è il sogno dei cittadini, ma è stata spesso anche nei piani e nelle agende dei governi che si sono succeduti, senza però mai trovare concretezza. L’ultimo a dichiarare di voler abolire questa imposta è stato il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, secondo cui è possibile eliminare il bollo auto dagli elenchi delle imposte che gli italiani devono versare grazie al calo dello spread. Ecco cosa ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico.
Abolizione bollo auto: l’obiettivo di Di Maio
Ospite a Uno Mattina, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha affermato che tra gli obiettivi in cima alla lista delle sue idee per il futuro figura l’abolizione del bollo auto, quella tassa che gli italiani tanto odiano perché gravante su un bene di proprietà e dunque considerata superflua.
“Questi sono i giorni in cui si inizia a scrivere la Legge di Bilancio”, ha affermato il leader del Movimento 5 Stelle. Il calo dello spread potrebbe portare a conseguenze interessanti: “Visto che lo spread si è abbassato, si potrebbe cominciare a eliminare quella tassa odiosa che è il bollo auto”. L’auspicio è quello di “trovare i soldi per consentire ai cittadini che acquistano un’auto, che mi auguro sempre più ecologica, che possa essere meno tassata”. Concludendo sul tema, però, Di Maio ha precisato che una soluzione potrebbe tradursi anche nella riduzione, anziché nell’abolizione totale, sebbene quest’ultima resti un’ipotesi su cui ragionare. “Da qui a fine anno dobbiamo mettere insieme le risorse”.
Gli altri obiettivi annunciati
Tra gli altri temi che dovrebbero essere affrontati nella prossima Legge di Bilancio spicca anche quello del salario minimo e della riduzione del cuneo fiscale. Sul primo, Di Maio ne ha individuato il carattere europeo e italiano, con l’obiettivo di “mettere fuori gioco gli stipendi da 2, 3 euro l’ora”, magari entro la fine dell’anno “con la riduzione del cuneo fiscale”. Ciò permetterà agli imprenditori di pagare meno tasse e magari ad aumentare gli stipendi.
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