Ddl Paragone: abolizione Canone Rai, cosa contiene la proposta del M5S
Ddl Paragone: prevede l’abolizione del Canone Rai e l’eliminazione del limite pubblicitario a cui è sottoposta la tv statale
Il Movimento 5 Stelle ha presentato un disegno di legge al Parlamento che prevede l’abolizione del Canone Rai e l’eliminazione del limite pubblicitario a cui è sottoposta la tv statale.
Ddl Paragone: cosa prevede?
Sono stati Gianluigi Paragone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione di Vigilanza Rai, e Maria Laura Paxia, deputata pentastellata, a presentare un disegno di legge che prevede l’abolizione del Canone. Nelle intenzioni dei promotori dell’iniziativa, l’abolizione della tassa è solo il primo passo di un percorso molto più profondo di riforma della televisione pubblica in senso, per dirla in breve, “privatistico”.
Eliminando il canone – 90 euro all’anno spalmati in 10 mesi – bisognerà comunque garantire l’afflusso di risorse all’emittente. Ciò si potrebbe realizzare eliminando il tetto pubblicitario previsto per la televisione di Stato così da permettere a quest’ultima di competere con soggetti privati con in testa Mediaset e La7.
Detto ciò, Paxia ha tenuto più volte a precisare “non è nostra intenzione privatizzare la Rai”. Quest’ultima dovrà continuare ad essere un servizio pubblico sottoposto al controllo della commissione Parlamentare di vigilanza.
“Aiutare i cittadini tartassati”
Come ha recentemente spiegato lo stesso Paragone a Repubblica, la proposta di modifica legislativa intende “andare incontro ai bilanci delle famiglie e dei cittadini, già parecchio tartassati” e allo stesso tempo vorrebbe permettere alla Rai di “essere competitiva nei confronti di Publitalia e delle altre concessionarie”.
Detto ciò, continua sempre l’esponente del MoVimento 5 stelle strizzando l’occhio a una proposta parallela avanzata dal capo del suo partito Luigi Di Maio, “il disegno di legge che abbiamo scritto parla di abolizione del canone ma sono disponibile ad aggiornare anche solo per una fortissima riduzione, se serve per finanziare trasmissioni che altrimenti non avrebbero attrazione per gli inserzionisti oppure perché sarebbe inopportuno inserirvi degli spot”.
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