Nonostante sia stato scongiurato il rischio di elezioni anticipate a settembre, la tensione all’interno dell’esecutivo rimane decisamente alta. Il russiagate da un lato e le divergenze su Autonomia e grandi opere dall’altro, minano seriamente la stabilità dell’esecutivo giallo-verde.
Per ora, i principali punti d’intesa tra Lega e Movimento riguardano la gestione del fenomeno migratorio – con i vertici pentastellati che hanno ampiamente accettato il discorso e la politica del ministro dell’Interno -, la riforma fiscale (con la flat tax al centro) e l’introduzione del salario minimo orario. L’esecutivo di Lega e M5S sembra che si sostenti, a livello programmatico, su questi tre punti. Rimangono, però, tanti nodi da sciogliere. Nodi intricati che rischiano di aumentare la tensione tra i partner di governo a livelli ancora mai toccati.
Governo ultime notizie: spaccatura su autonomie e grandi opere
Il tema che tiene – e terrà – banco in questi giorni riguarda la formula per la revisione del rapporto tra lo Stato e le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Fontana e, in particolare, Zaia, vanno in pressing su Conte, auspicando una “vera autonomia”. Posizioni che generano malumori all’interno del 5 Stelle, forza politica che attinge fortemente – sul piano elettorale – dal Meridione.
E poi rimane il solito nodo della TAV, con Salvini che non accetta mezze misure (quindi, nessuna “mini TAV”). Proprio su questo tema si è espresso l’inquilino del Viminale. “Chi attacca la polizia e il cantiere della Tav in Valsusa attacca tutta l’Italia: le divise sono il simbolo di chi difende la sicurezza dei cittadini perbene, l’alta Velocità è l’emblema di un paese che vuole andare avanti e non indietro. Nessuna tolleranza per i criminali: mi aspetto condanne inequivocabili da tutti gli schieramenti politici. Basta ambiguità: ora controlli a tappeto, arresti e accelerazione dei lavori.” Parole decise che mettono all’angolo i 5 Stelle, ancora fortemente divisi su uno dei temi su cui si basò la nascita del Movimento.
Non “se”, ma “quando”?
Secondo alcune indiscrezioni riportate da Repubblica, la decisione di staccare la spina al governo giallo-verde risiede nelle mani di Matteo Salvini. Il leader della Lega, però, non può verosimilmente chiudere la relazione di governo con i pentastellati senza un valido motivo, senza che appaia una mossa adottata per puro tornaconto personale.
Una data chiave potrebbe essere quella del 25 luglio, con il prossimo Consiglio dei Ministri riunito per parlare proprio della tanto discussa autonomia delle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna.
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