Sta facendo molto discutere il mandato zero proposto dal leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che in un video tutorial ha spiegato le nuove regole che potrebbero rientrare nell’ambito della riorganizzazione del M5S. “Parleremo dei nostri territori e dei nostri eletti sul territorio a partire dai consiglieri comunali”, ha affermato Di Maio. “Ogni giorno nei consigli comunali e di municipio portano le loro battaglie avanti da soli e con decine e decine di atti da studiare e seguire”. In seguito alla riorganizzazione è previsto un maggiore supporto di esperti per mandare avanti il loro mandato, ma ciò che conta ora “è non disperdere l’esperienza che un consigliere comunale matura durante il suo mandato e che può portare anche in Regione, in Parlamento o in Europarlamento”.
Per chi vale il mandato zero
Da qui l’idea del “Mandato Zero, ovvero un mandato, il primo, che non si conta nella regola dei due mandati, cioè un mandato che non vale”. Di Maio precisa che il mandato zero e l’eventuale introduzione dello stesso – se votato dagli iscritti – sarà valido soltanto per i consiglieri comunali e i consiglieri di municipio. Dai sindaci in su, invece, ovvero da chi gestisce in potere, vale ancora la regola dei due mandati, al fine di “non far gestire troppo potere nelle mani di poche persone per troppo tempo”.
Mandato zero: come funziona
“Se vieni eletto consigliere comunale o di municipio al primo mandato e lo si porta avanti fino alla fine e poi si decide di ricandidarsi, ma non si diventa né presidente di municipio né sindaco, allora, nel secondo mandato, quello precedente, ovvero il mandato zero, non vale”. Il leader M5S ricorda che in molti non si ricandidano per la seconda volta, perché con un numero ampio di liste contro, pensano di avere serie difficoltà a riuscire ad arrivare sindaci. Così decidono di portare l’esperienza altrove, spiega Di Maio. “Tuttavia ci sono alcuni coraggiosi che hanno voluto provarci comunque. E queste persone che si ricandideranno anche al secondo mandato e che finiranno ancora una volta al consiglio comunale perché non ce l’hanno fatto a diventare sindaco, potranno ricandidarsi in altri livelli, in Regione o in Parlamento, perché il mandato zero viene neutralizzato”. La regola, ribadisce Di Maio, non vale per i sindaci, che potranno mettere al servizio del Comune amministrato per un quinquennio la loro esperienza maturata.
Mandato zero M5S: perché è importante per Di Maio
“Questa regola del mandato zero è per me molto importante, perché i nostri consiglieri comunali oggi rappresentano una parte di quell’esercito silenzioso sul nostro territorio che combatte ogni giorno e che merita di mettere a disposizione tutta questa esperienze, nonostante le denunce e le querele subite, per valorizzare le stesse”.
Salario minimo: accordo Lega-M5S, “presto sarà legge”
Sperimentazioni con le liste civiche per le elezioni regionali e comunali
Altro discorso è quello delle liste civiche. “Non mi sfugge che le liste civiche molto spesso siano dei serbatoi di voti che nascono 1-2 mesi prima delle elezioni comunali e regionali e spariscono il giorno dopo il voto. Ma ha senso se ci troviamo in un territorio dove abbiamo lavorato fianco a fianco con un movimento o un’associazione, poi andare alle comunali e votarsi gli uni contro gli altri?” Pur evitando per il momento lo sblocco delle coalizioni con le liste civiche in tutta Italia (“non siamo ancora pronti”), Di Maio apre alle sperimentazioni in quei territori dove il lavoro sinergico con comitati e associazioni ha avuto la meglio, chiedendo quindi agli iscritti alla piattaforma di Rousseau di votare questa proposta. “Sarà mia cura fare in modo che siano delle vere liste civiche con una vera storia di partecipazione che le abbia caratterizzate”.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it