Mentre il Regno Unito vive ore concitate in attesa di novità sul sequestro della petroliera “Stena Impero”, avvenuto venerdì scorso per mano dell’Iran, il Partito conservatore britannico ha eletto il suo nuovo leader. A conferma di tutti i pronostici, risponde al nome del vulcanico Boris Johnson.
Boris Johnson batte nettamente Hunt
Questa mattina, in un affollato Queen Elizabeth II Centre, il palazzo dei congressi situato nei pressi del Parlamento di Westmister, il presidente del Conservatori, già ministro di sua Maestà nei Governi Cameron e May, Brandon Lewis ha ufficializzato i risultati del ballottaggio per la guida dei Tories.
La sfida, per l’appunto, era tra l’ex ministro degli Esteri nonché ex sindaco di Londra Boris Johnson e Jeremy Hunt, attualmente segretario di Stato per gli Affari Esteri. Ironia del caso vuole che Hunt sia il successore dello stesso Boris Johnson alla carica di ministro degli Esteri. Infatti, nel luglio 2018, dopo il meeting di tre giorni a Chequers, nel corso del quale il Governo May si riunì per decidere la linea da tenere sulla Brexit, Johnson aveva dato le sue dimissioni dalla carica di ministro. Il tutto, poiché in aperto dissenso rispetto all’idea di una Soft Brexit paventata dalla premier Theresa May.
Oggi, con la sua elezioni a capo dei tories, si apre uno scenario inedito. Laura Kuenssberg, analista politica della BBC, non ha esitato a definirlo un risultato “inimmaginabile negli scorsi 12 mesi anche per il più strenuo tra i sostenitori dello stesso Johnson”. L’eccentrico ex sindaco di Londra ha infatti battuto Jeremy Hunt senza diritto di replica. Il risultato parla da sé. Su un totale di 160mila di aventi diritto iscritti al Partito conservatore, Johnson ha conquistato 92,153 voti, il 66,4% dei consensi, poco al di sotto del 67,6% ottenuto nel 2015 da David Cameron. Hunt, lo sfidante del neo leader conservatore, si è invece fermato a 46,656 preferenze.
Boris Johnson: “ridarò energia al Paese e al partito”
Eletto come capo del Partito conservatore, Johnson è anche il successore designato della dimissionaria Theresa May alla carica di Primo Ministro britannico. Nella giornata di domani, dopo la ratifica delle dimissioni da parte della May, salirà a Buckingham Palace. Qui incontrerà la regina Elisabetta II che gli conferirà ufficialmente il mandato. A seguire, come da tradizione, Johnson si trasferirà al civico 10 di Downing Street, la storica residenza di tutti i capi di governo britannici.
Oggi, durante il suo discorso di ringraziamento di fronte ai delegati del Partito conservatore accorsi al Queen Elizabeth, Johnson ha avuto toni riappacificanti nei confronti dei vertici del partito. Il nuovo leader dei tories ha ringraziato il suo sfidante Jeremy Hunt per i mesi di campagna elettorale appena trascorsi e per l’intelligenza delle sue proposte. Johnson ha anche reso omaggio all’ormai ex premier May per il suo operato politico.
È stato dunque un Boris Johnson sicuramente più istituzionale, che ha cercato sin da subito di smorzare le polemiche e le tensioni interne ai conservatori. Il tutto, senza però risparmiarsi la provocazione: “So che ci sarà chi contesterà la saggezza della vostra decisione”, ha detto sul finire dell’intervento. E quella di Johnson sembra una provocazione nemmeno troppo azzardata. Infatti, secondo quanto rivelato alcuni giorni fa dal Sunday Times, già sei sarebbero i parlamentari pronti a lasciare il Partito conservatore per trasferirsi tra le file dei Liberal Democratici. Tra l’altro, da poche ore, questi ultimi sono guidati da una nuova leader, la 39enne Jo Swinson.
In caso di dipartita di questi sei parlamentari, la situazione si farebbe complicata per il nuovo Governo Johnson. Esso eredita infatti la risicata maggioranza del Governo May, il quale si è retto finora grazie al voto di un solo deputato in più rispetto all’opposizione. Alcuni osservatori ritengono che l’opzioni di andare a nuove elezioni sia molto probabile.
Tuttavia, prima di un possibile voto, si dovrebbe aspettare del tempo. L’opposizione, guidata da Jeremy Corbyn, pare non abbia intenzione di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del neo primo ministro. In più, il Parlamento di Westminster chiuderà per le vacanza estive da giovedì 25 luglio fino al 3 settembre. Nel frattempo, promettendo di ridare fiducia ed energia alla Gran Bretagna e ai Conservatori, il nuovo capo del Governo Boris Johnson ha promesso una Brexit senza se e senza ma entro la fatidica data del 31 ottobre 2019.
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