Ogni anno International Sos, la più grande azienda di servizi sanitari e di sicurezza fa un’analisi e stila una mappa sui rischi che si corrono nel mettersi in viaggio verso vari Paesi del mondo.
Principalmente si tratta di rischio per la salute e la sicurezza personale.
Nella mappa i colori indicano i livelli di sicurezza sanitaria, da quelli a basso rischio, in verde a quelli in cui invece il rischio è molto alto in rosso.
Quelli in viola rappresentano le aree in cui vi è ampia variabilità, per esempio tra le aree urbane e quelle rurali. È il caso di grandi Paesi, come Cina, India, Indonesia, Russia, Brasile, Argentina.
In generale quelli in cui si può viaggiare senza troppi pensieri sono i Paesi europei, escludendo i Balcani, la Slovacchia, l’Ucraina, che sono indicate a rischio medico medio.
A basso rischio oltre a USA e Canada vi sono Israele, Turchia, Emirati Arabi in Medio Oriente, il Sudafrica nel continente africano, e poi naturalmente Australia, Nuova Zelanda, Taiwan, Giappone Corea del Sud.
In Sudamerica non ci sono problemi solo in Uruguay o Cile.
Dal lato opposto vi sono i Paesi con rischio estremo. Come Venezuela, Libia, Niger, Somalia, Siria, Iraq, Afghanistan, Sud Sudan.
I Paesi sicuri anche dal punto di vista della criminalità e del rischio guerre
Non è un caso che le indicazioni relative al rischio personale, per esempio sulla presenza di tensioni politiche o criminalità, si sovrappongano a quelle sulla situazione medica.
I Paesi con la lettera I, che indica “Insignificant Risk”, sono quasi sempre quelli con rischio sanitario a zero, come la Norvegia, l’Islanda o la Finlandia.
E forse sarebbero queste le destinazioni da consigliare per una protezione assoluta. Quelli con la L, “Low Risk” sono quasi tutti i Paesi europei, USA, Canada, Giappone, Australia, Corea del Sud, ecc. Ma vi sono anche Cina, Thailandia, Vietnam, Argentina, che dal punto di vita sanitario sono molto più variabili.
È chiaro che quelli con la E di “Extreme risk” sono i Paesi in guerra, quelli con una situazione drammatica anche in senso sanitario. Libia, Iraq, Siria, Sud Sudan, Yemen, conosciamo il nome di questi luoghi dalle cronache mediatiche che parlano di guerre civili.
Ci sono eccezioni, Paesi ad alto rischio dal punto di vista sanitario che in realtà sono a basso rischio a livello personale, come Ghana, Zambia, Malawi, o le isole del Pacifico, o posti in cui la salute corre pochi pericoli che però sono considerati non tranquilli per guerre o criminalità, come Ucraina, Egitto, Messico, parte del Centro e del Sudamerica.
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