Si spacca la maggioranza sulla Tav Torino Lione. La conferenza stampa di ieri – 23 settembre – del primo ministro, Giuseppe Conte, ha provocato un vespaio di polemiche all’interno del Movimento. Conte ha dato il suo “sì” alla grande opera, assecondando così la volontà del ministro dell’Interno. Proprio Salvini aveva recentemente attaccato Toninelli per aver allontanato l’ingegnere Pierluigi Coppola (unico tecnico chiamato dal MIT che aveva dato il benestare al completamento dell’alta velocità tra Torino e Lione). Durante un recente comizio, l’inquilino del Viminale aveva assicurato di non voler rimanere nemmeno un minuto in più al governo con chi dice sempre di no. “L’Italia ha bisogno di sì”: così, commentava il vicepremier leghista.
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Luigi Di Maio: “no” alla TAV Torino Lione ma conta la volontà del Parlamento
Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha mostrato la sua opposizione alla prosecuzione dei lavori, rimettendosi alla volontà del Parlamento. In una nota pubblicata su Facebook, il vicepremier pentastellato ha affermato di non aver paura di restare da solo. “Siamo sempre stati soli davanti ai partiti ed è sempre stato motivo di orgoglio. Avremmo anche potuto governare da soli, se tutti gli altri non si fossero messi d’accordo per fare una legge elettorale, poco prima del voto, che ci impedisse di guidare autonomamente il Paese.” E ancora: “fra non molto potremo vedere con i nostri occhi chi decide di andare a braccetto con Renzi, Monti, Calenda, la Fornero e Berlusconi. Il Parlamento restituirà a tutti la verità dei fatti.”
Lo sfogo del ministro per lo Sviluppo Economico potrebbe marcare un punto di rottura all’interno del Movimento, che nacque proprio per fronteggiare la costruzione di alcune grandi opere ad alto costo ambientale, come la Tav Torino Lione e il Tap in Puglia (anche quest’ultima, alla fine, approvata in Parlamento). Uno degli obiettivi legati alla fondazione del Movimento 5 Stelle potrebbe quindi sfumare definitivamente a stretto giro di posta.
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