Si torna a parlare di riforma fiscale, uno dei temi cardine del prossimo autunno, in ottica della legge di bilancio per il 2020. L’obiettivo principale di Matteo Salvini è quello di portare a casa la riforma di punta del centrodestra unito: la flat tax. L’imposta garantirebbe un risparmio importante per i redditi alti e medio-alti. I redditi bassi e medi, invece, non dovrebbero godere di particolari benefici, secondo uno studio della CGIL sugli effetti della flat tax sui redditi dei privati italiani. La flat tax potrebbe costare – secondo le stime – all’incirca 15 miliardi di euro. Un costo che si ripercuoterebbe su altre voci della spesa pubblica (come istruzione e sanità). È proprio il nodo delle coperture che divide – per ora – Lega e Movimento 5 Stelle. Di Maio ha detto in più occasioni di non aver ancora visto il progetto della Lega. Salvini ha solo assicurato che “le coperture ci sono” ma, in effetti, non ha mai mostrato un piano concreto per finanziare la flat tax.
Salvini attacca Tria sulla flat tax e continua con l’aut-aut
Nonostante il ministro dell’Economia non si sia mai espresso negativamente sulla flat tax, Salvini ha attaccato Giovanni Tria. “Se il ministro dell’Economia del mio governo dice che di taglio delle tasse non se ne parla, o il problema sono io o è lui. L’Italia ha bisogno di uno choc fiscale.” Parole proferite a margine dell’incontro tra i due vicepremier e che rimarcano l’alta tensione tra le parti. Tria ha assicurato che c’è bisogno di “progressività di attuazione, secondo gli spazi fiscali che si creano. Questo implica che parta in modo semplice e possa essere corretta a favore di una minore pressione fiscale progressivamente e facilmente.” Tria non ha posto alcun veto alla flat tax, bensì di aggiustare il tiro sulla marcia, e pensare alla riforma fiscale nella sua totalità.
Matteo Salvini ricorda ai suoi alleati che, per tenere a bada i parlamentari della Lega, non si può rallentare, e che si andrà avanti finché ci sarà la possibilità di lavorare. Continua, così, la serie di aut-aut, che costringono il Movimento 5 Stelle alla risposta piuttosto che alla proposta. Il “Tria o io” significa, tra le linee, che o si fa la flat tax o si apre ufficialmente la crisi di governo e si torna alle urne.
Nonostante il rischio di elezioni anticipate a settembre sia stato già scongiurato, la situazione all’interno dell’esecutivo giallo-verde rimane altamente instabile ed esplosiva.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it