Dopo la morte del vicebrigadiere c’è stata un’ondata emotiva di notevoli proporzioni. Quando ci sono fatti di cronaca capaci di stimolare l’opinione pubblica, le scimmie devono fare i salti mortali per riuscire a mettersi più in mostra delle altre. Tra gli egopatici è gara a chi dice i peggiori squallori, i più disgustosi estremismi, fino a ridursi a tremebondi mucchietti di gelatina quando giornalisti o autorità ne chiedono conto. È insomma un giorno qualsiasi nella giungla dei social, che questa settimana ospita il circo dei miserabili.
Quello che però merita è il ROS dell’Internet
Parlo di quello che grazie a una connessione internet riconosce gli aggendisecreti, per capirci. O quello che pur non essendo dei Carabinieri, dei servizi segreti dell’aeronautica o un consulente dei magistrati, dall’alto di un brevetto di pilota civile era stato in grado di risolvere il mistero di Ustica. Invece di comunicarlo alla magistratura, però, preferiva scriverlo nella sezione commenti del blog di un falegname di Mestre. Oggi il ROS di Internet ha letto gli ultimi sviluppi sull’omicidio del vicebrigadiere e ha alzato un sopracciglio: ma davvero vogliono darcela a bere? Chi ci crede a uno spacciatore che telefona al 112?
“Nessuno spacciatore lo farebbe mai!1!11”
…e lo sanno perché hanno visto Breaking Bad e Scarface. Del resto basta guardarli in faccia, gli spacciatori, per sapere che siamo davanti a vette d’intelligenza. Gli spacciatori sono geni strategici, ecco perché invece di investire in borsa vendono spazzatura in mezzo al degrado; sono notoriamente i migliori cervelli in circolazione, capaci di organizzare e programmare piani complicatissimi e grandi esperti in problem solving. Ricapitoliamo le ultime grandi azioni di questa elite, che la sera spaccia tra preservativi e monnezza, poi di giorno fa conferenze al MENSA.
Al primo posto i due con le tasche piene di cocaina che vanno in mezzo ai cani antidroga alla festa della polizia per farsi un selfie davanti alla Lamborghini. Poi il cliente truffato dallo spacciatore che chiama la polizia. Uno si dimentica in treno un chilo di erba e chiede aiuto alla Polfer. Uno viene rapinato della droga e sporge denuncia ai Carabinieri. Uno va in questura con la droga in tasca.
Uno confessa in TV “io vendere erba qua”. Poi lo scaltro Mohamed, di cui abbiamo una diapositiva, si vanta su Facebook dei propri guadagni. Uno posta le foto della propria serra di marijuana. Questi si aprono una pagina Facebook dicendo che la loro è di altissima qualità. Uno fa venire i Carabinieri perché gli hanno rubato il pene con la magia (qui il filmato).
E queste sono azioni volontarie. Poi ci sono quelle involontarie.
Alcuni cercano di vendere droga a un Carabiniere, oppure gli mandano direttamente degli sms dicendo “la droga è pura”. Altri progettano IL PIANO per definizione: “Entriamo in casa dei Carabinieri a picchiarli, così ci lasceranno in pace”. Altri spediscono bamba e metadone all’indirizzo sbagliato. Uno va in TV a lamentarsi degli spacciatori: è uno spacciatore. Uno viene beccato, butta la droga e corre a nascondersi tra altri pusher, i quali a loro volta buttano via roba; potrebbe essere la trama di un videogioco. Non dimentichiamo quello che ha perso codice fiscale, lista clienti e droga davanti al commissariato. Uno ferma un’auto dei Carabinieri, loro scendono per chiedergli di spostarsi e vedono volare dal finestrino un panetto di erba.
A fronte di queste storie, è davvero pensabile un pusher chiami il 112?
Ci hanno forse preso per degli idioti?