Sappiamo dei rischi connessi a creare e a far circolare un curriculum falso, che ad esempio contiene informazioni su scuole o università in realtà mai frequentate, oppure su lavori mai effettivamente svolti. Vediamo allora cosa dice la legge in proposito e come reprime questo genere di comportamento.
Curriculum falso: un’abitudine diffusa e rischiosa
In Italia non è affatto raro che un recruiter, ovvero un addetto alla selezione di personale, si imbatta in un curriculum falso e non veritiero, ovvero non contenente dati corrispondenti alla realtà. La finalità di CV di questo tipo è chiara: cercare di fare migliore figura, di impressionare ed avere quindi maggiori chance di ottenere un dato posto di lavoro. In modo illecito però. Ecco che allora la legge si occupa anche di reprimere questa prassi tanto rischiosa quanto diffusa, attraverso regole ad hoc.
Insomma, la falsificazione del curriculum è un’attività quanto mai rischiosa e controproducente. Pensiamo al caso del concorso pubblico in cui un candidato, per poter partecipare, falsifica i suoi dati, inserendo di aver ottenuto una laurea in economia, nei fatti mai conseguita. Tecnicamente, si tratterebbe di un’ipotesi di reato di falso ideologico in atto pubblico, penalmente rilevante, e capace di condurre anche a due anni di galera per curriculum falso.
Nel caso delle imprese private, non ci sono le stesse conseguenze viste sopra, ma va fatta comunque attenzione a cambiare comportamento. Si tratta infatti di un illecito deontologico. In caso infatti di curriculum falso, scoperto durante la selezione, l’esclusione da quest’ultima sarebbe immediata. Ancor peggio potrebbe andare al lavoratore assunto con contratto regolarmente firmato, ma fondato su presupposti non veritieri. In queste circostanze, il datore di lavoro potrebbe attivare rapidamente il licenziamento in tronco nei confronti del dipendente bugiardo ed, anche, fargli causa in tribunale per richiesta di risarcimento danni e restituzione stipendi.
In conclusione, sono evidenti i rischi cui si va incontro in caso di redazione di un curriculum falso: a parte gli aspetti morali di un comportamento del genere, vi sono anche le gravi conseguenze penali, disciplinari ed economiche. Meglio sicuramente un CV magari più breve e scarno, ma limpido, che un testo artefatto e capace di condurre in tribunale.
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