Foto americano bendato: Salvini “unica vittima è il carabiniere morto”

Pubblicato il 29 Luglio 2019 alle 16:29 Autore: Alessandro Faggiano

Foto americano bendato: Salvini “unica vittima è il carabiniere morto”. Da sinistra a destra, viene commentata la tragedia e la foto incriminata.

Foto americano bendato: Salvini "unica vittima è il carabiniere morto"
Foto americano bendato: Salvini “unica vittima è il carabiniere morto”

La foto scattata di nascosto a Gabriel Christian Natale, compagno del confesso assassino del giovane Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega, ha già fatto il giro del mondo. La vicenda è giunta prepotentemente sotto i riflettori per via della diffusione di identikit erronei: si parlava, infatti, di due magrebini. Da lì, gli attacchi in simultanea lanciati contro i migranti da parte di un gran numero di esponenti politici. Poi, con il passare delle ore, si faceva sempre più chiaro che il profilo dell’assassino non poteva corrispondere. Così, dopo aver ascoltato dei testimoni e dopo una rapida ricostruzione degli eventi, si arriva ai due ragazzi benestanti nordamericani. Gli assassini di Mario Cerciello Rega confessano: è stato Finnegan Lee Elder a uccidere il carabiniere con almeno otto coltellate, mentre Gabriel Natale è il complice. Viene quindi prelevato per poter procedere con l’interrogatorio. Da lì, sorge la famosa foto incriminata.

Si precisa che la deposizione di Lee Elder non è avvenuta sotto coercizione, stando alle parole del procuratore generale di Roma. Il legale di Lee Elder, però, vuole vederci chiaro, non escludendo che gli sia stato riservato lo stesso trattamento.

La foto dell’americano bendato e con i polsi dietro la schiena

Nella foto che è diventata virale e che fatto il giro del mondo in pochissime ore, Gabriel Chirstian Natale appare seduto, ammanettato con i polsi dietro la schiena e bendato. Una procedura illegale che ha polarizzato, per l’ennesima volta, l’opinione pubblica. Ovviamente, il nocciolo della questione risiede non tanto nella valutazione dell’omicidio, bensì nel trattamento riservato al ragazzo statunitense. Da un lato, c’è chi difende l’operato dell’arma, che ne comprende le ragioni e ne giustifica pertanto le azioni. Dall’altro, si difende la necessità di non utilizzare la violenza come strumento della giustizia – e ancor meno di esaltarla -.

Salvini difende il comportamento dell’arma

In un recente tweet, il ministro dell’interno Matteo Salvini ha voluto marcare in maniera netta quale sia la sua posizione, condividendo la foto dell’americano bendato.

Chi si lamenta della bendatura di un arrestato, ricordo che l’unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un Carabiniere, un servitore della Patria morto in servizio per mano di gente che, se colpevole, merita solo la galera a vita. Lavorando. Punto.

L’appoggio all’arma e ai metodi utilizzati dai carabinieri viene anche dall’alleata più vicina dell’area di centrodestra. La Meloni ha voluto dire a “tutti quelli che ora si affannano a montare il caso del delinquente bendato in caserma vogliamo ricordare che la vittima è un carabiniere barbaramente ammazzato a 35 anni, il carnefice un balordo drogato americano.”

Il messaggio più forte e diffuso arriva, dall’altro lato, da Pietro Grasso. L’ex presidente del Senato. Qui, lo stralcio più significativo del post con cui Grasso ha espresso il suo parere sulla faccenda.

“A Provenzano, catturato dopo 43 anni di latitanza, la prima cosa che chiesi fu: “ha bisogno di qualcosa?”; rispose che aveva bisogno di un’iniezione per curare la sua malattia, e rapidamente trovammo il modo di fargliela. 
Gli dimostrammo la differenza tra noi e loro: non ci si abbassa mai al livello dei criminali che si combattono, non ci sono e non devono esserci eccezioni. 
Questo significa essere uomini e donne al servizio dello Stato.”

La foto dell’americano bendato che divide l’Italia

Quasi tutto il mondo politico si è espresso sulla vicenda. Probabilmente, si riaprirà – proprio a seguito di questo tragico omicidio e della foto incriminata – il discorso, già infiammato, sulla riforma della giustizia.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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