Non c’è solo il tav al centro del dibattito politico. Se sul piano mediatico hanno dominato la scena la trama di Bibbiano e il tragico omicidio di un vice brigadiere da parte di un ragazzo statunitese, le vicende squisitamente politiche che maggiormente polarizzano e dividono le due forze dell’esecutivo riguardano il tav e il dibattito sulle autonomie. Il primo ministro Giuseppe Conte gioca un ruolo cruciale nella partita più delicata del governo. Se per il tav sembra ormai cosa fatta (con Di Maio che si “arrende” alla volontà del Parlamento), il discorso è ben diverso per il nodo sulle Autonomie di Lombardia, Veneto e Reggio-Emilia. I governatori leghisti, Fontana e in particolare Zaia puntano al tutto per tutto. Zaia chiede la competenza esclusiva di tutte le materie concorrenti (ovvero, disciplinate in maniera congiunta da Stato e Regione). Conte frena e Di Maio arriva in supporto.
Di Maio: “stiamo preparando un nuovo decreto Autonomie”
A margine di un intervento alla Federico II di Napoli, il vicepremier pentastellato ha parlato del dibattito in seno al governo sulle autonomie. Forse un po’ a sorpresa, il vicepremier ha assicurato che stanno già lavorando a un nuovo progetto per le Autonomie, maggiormente equitativo e che non pregiudichi il Centro e Sud Italia. Erika Stefani (Lega), ministra agli Affari Regionali, afferma di non conoscere il testo di cui parla Di Maio: “non ne aveva mai sentito parlare prima d’ora”.
Di Maio sul decreto autonomie: “indebolire centro-sud significa fare un danno a tutta l’Italia”
“Per come era stata progettata, questa autonomia andava a discapito non solo delle regioni del sud, ma anche del centro. Credo che l’autonomia si debba fare, ma senza danneggiare altre regioni. Perché l’autonomia sarà fatta, ma nessuno può permettersi di indebolire l’Italia. Indebolire il centro-sud significherebbe fare un danno a tutta l’italia.” Quasi immediatamente è arrivata la risposta piccata del governatore della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia: “sono i suoi no che danneggiano il Sud.” Zaia segue così la narrazione lanciata da Matteo Salvini poco prima dell’ok di Conte sulla tav: “c’è bisogno di sì, non dei no.”
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