Pensioni ultima ora: Damiano chiede proroga Ape. Quota 100 non basta
Pensioni ultima ora, dopo le esternazioni del sottosegretario Durigon, l’esponente dem Cesare Damiano chiede a gran voce la proroga dell’Ape sociale.
Pensioni ultima ora: il decreto n. 4/2019, oltre alla approvazione di alcune misure come Quota 100 (qui l’articolo sulle uscite per i lavoratori statali nei mesi di agosto e settembre) e Reddito di Cittadinanza, ha previsto la proroga di alcune misure già introdotte dai precedenti Governi. Col passare dei mesi, infatti, si rende sempre più attuale il dibattito intorno ad un’eventuale nuova proroga di Ape Sociale e Opzione Donna.
Pensioni ultima ora, Damiano e Durigon su Ape sociale e possibilità di rendere la misura strutturale
Una delle misure prorogate, come detto, è stata l’Ape sociale. Si è registrato sul punto l’intervento del deputato del PD Cesare Damiano, da sempre molto attento alla tematica previdenziale.
L’esponente dem a seguito di alcune affermazioni del sottosegretario Claudio Durigon ha dichiarato: “mi voglio soffermare su un punto che mi sta particolarmente a cuore, quello dell’Ape sociale. È una misura che abbiamo fortemente voluto, di significativo impatto sociale, anche se ha dovuto fare i conti con le limitate risorse messe a disposizione nella passata legislatura dal Governo”.
Il deputato di centrosinistra, già ministro, ha rivendicato il significato dell’Ape Sociale: “Un obiettivo è stato centrato: mandare in pensione anticipata i lavoratori che svolgono lavori particolarmente gravosi o che soffrono situazioni di disagio, ad esempio a causa di un licenziamento. In questo caso bastano 30 anni di contributi e 63 anni di età. In altri casi, i lavori gravosi, i contributi richiesti arrivano a 36 anni. Durigon, onestamente riconosce ‘la forte valenza sociale’ di questa misura, ma conferma che scade alla fine dell’anno e che ci sarebbero problemi di costi per renderla strutturale”.
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Le domande per il futuro
Come spesso succede quando si parla di pensioni le difficoltà sono legate alle risorse. Ed è proprio su questo punto che alla fine si è concentrata la conclusione di Cesare Damiano: “Facciamo notare che, anche nel caso dell’Ape, si sono verificati significativi risparmi che ne consentirebbero il prolungamento. Sarebbe grave se il governo eliminasse questa misura perché Quota 100 coinvolge soltanto coloro che hanno un’alta contribuzione, 38 anni, a seguito di una carriera lavorativa stabile. Verrebbero tagliati fuori i più svantaggiati: le donne con contribuzione più bassa e chi svolge lavori discontinui e gravosi. Mantenere, nel sistema pensionistico, un principio in base al quale chi svolge lavori usuranti e gravosi ha diritto di andare prima in pensione, è una scelta di civiltà per noi irrinunciabile”.
Certamente il punto evidenziato dal deputato eletto col PD sarà al centro del dibattito in vista dell’approvazione prossima Legge di Bilancio.
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