Riforma Giustizia 2019: scontro Bonafede-Bongiorno, le ragioni
Riforma Giustizia 2019: scontro Bonafede-Bongiorno, le ragioni dello scontro ruotano sulla prescrizione e sui processi penali.
Riforma giustizia 2019 – Nella giornata di ieri, avevamo accennato al nuovo fronte di crisi – l’ennesimo – dell’esecutivo gialloverde. Non c’è solo la Tav o il decreto per le autonomie a tenere banco. Da ieri, anche la riforma della giustizia è in bilico. I protagonisti che portano avanti il dibattito sulla riforma sono il ministro per la Giustizia, il guardasigilli Alfonso Bonafede (M5S) e l’avvocatessa Giulia Bongiorno, ministra per la Pubblica Amministrazione. La prima frecciata è stata lanciata da Matteo Salvini in una delle sue consuete dirette Facebook, nel quale parlava dei limiti della riforma proposta dall’esponente pentastellato. Se per i 5S si tratta di una riforma epocale, per Salvini è… “acqua. Serve altro, serve più coraggio: bisogna dimezzare i tempi dei processi”.
Il botta e risposta tra Lega e M5S sulla riforma della giustizia
Come riportato da fonti del Carroccio filtrate ad alcuni mezzi di comunicazione (tra cui Repubblica e Tgcom24), Lega “è per lo Stato di diritto, per tempi certi per la giustizia. L’Italia è un Paese democratico e vuole garanzie per gli italiani. Servono manager nei tribunali che garantiscano il rispetto dei tempi, servono nuove regole sulle intercettazioni, la separazione delle carriere. La Lega non vuole i cittadini ostaggio a vita della giustizia e non accetta riforme di facciata”. Temi messi sul tavolo già dal vicepremier leghista in occasione di una sua recente diretta Facebook e portati, sotto forma di filtrazione, ai media.
Il nodo principale è la prescrizione
Uno dei principali punti di scontro, come si può evincere dalle dichiarazioni, riguarda la prescrizione. Lo “spazzacorrotti” ridurrebbe fortemente la possibilità di ricorrere alla prescrizione per l’archiviazione del processo. Secondo il Carroccio, la riforma non accelererebbe i tempi processuali. Posizione totalmente opposta a quella del Movimento, che considera la riforma proposta da Bonafede come epocale e capace di dimezzare i tempi processuali.
Riforma della giustizia unita a doppio filo con il decreto per le Autonomie
Sembra che per superare l’empasse al quale si è giunti, M5S e Lega dovranno cedere (almeno in parte) su Autonomie (M5S) e giustizia (Lega). Il premier Giuseppe Conte potrebbe giocare il ruolo chiave di mediatore, figura che attualmente sembra essere indispensabile per far andare avanti l’esecutivo gialloverde.
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