Il patriarca del centrodestra della seconda Repubblica, Silvio Berlusconi, sta per subire l’ennesimo sorpasso. Fratelli d’Italia si mette in scia dei forzisti e secondo alcune rilevazioni si ritroverebbe già in vantaggio sul partito del cavaliere. Per far fronte alla lenta emorragia di voti che va avanti dal 2013 (anno nel quale Berlusconi fu interdetto dai pubblici uffici come conseguenza della legge Severino), il cavaliere propone un nuovo centro moderato: non un nuovo partito, ma una federazione “nettamente alternativo alla sinistra, saldamente ancorato alle idee e ai valori liberali e cristiani, alla tradizione democratica e garantista della civiltà occidentale, in prospettiva alleato ma non subordinato alle altre forze del centro-destra.”
La federazione “Altra Italia” per far fronte al rischio di scissione
L’area politica che ha in mente Silvio Berlusconi prevede la centralità di Forza Italia, seppur non in una prospettiva di attore egemonico. Il progetto federatore rientrerebbe nell’ottica di un “percorso di rinnovamento importante.” L’appello di Silvio Berlusconi si rivolge a quell’Italia che vuole “equilibrio, saggezza, esperienza, competenza, spirito di servizio e non protagonismo. L’Italia che lavora e che apprezza chi sa lavorare. L’Italia che non confonde umanità con buonismo né rigore con cinismo.” Forse, proprio in quest’ultima frase risiede il nucleo del progetto federatore, che prova a discostarsi dialetticamente sia dal PD che dalla Lega.
Toti contro Berlusconi: primarie o dimissioni
La manovra dell’ex primo ministro potrebbe essere una tattica per limitare le aspirazioni di Giovanni Toti, governatore della Liguria e tra i politici più apprezzati nell’area di centrodestra. Toti chiede delle primarie aperte, in prospettiva di un possibile balzo al vertice occupato, fin dalla sua fondazione, da Silvio Berlusconi. Toti minaccia di rassegnare le dimissioni e propone la ricetta per uscire dalla lunga crisi: bisogna uscire dall’immobilismo e provare a cambiare realmente le cose. Qualora non si mettesse in moto un processo di riforma interna, il progetto federatore “Altra Italia” – stando al pensiero del governatore della Liguria – sarebbe sostanzialmente inutile.
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