Sul fronte pensioni ultime notizie riguardano Quota 100 e le recenti dichiarazioni esternate dal segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti sulla nuova misura di pensionamento anticipato. Per Zingaretti, infatti, i soldi investiti in Quota 100 sono stati presi dalle tasche degli italiani. Ospite a SkyTg24, ecco cos’ha detto il leader del PD.
Pensioni ultime notizie: Zingaretti su Quota 100, ecco cos’ha detto
“Sono popolari perché hanno passato 1 anno a redistribuire soldi. Chi con Quota 100, chi con il reddito di cittadinanza”, ha affermato Zingaretti commentando l’appeal che hanno sulle persone i leader di Lega e M5S e attuali vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. “C’è un piccolo particolare”, aggiunte, “che quei soldi non c’erano. Li hanno presi dalle tasche degli italiani. E in autunno, quando ci sarà la Manovra economica e finanziaria, questo governo rimetterà le mani nelle tasche degli italiani e sui risparmi degli italiani. E io lo dico subito: noi faremo una battaglia durissima affinché non si tocchi la sanità pubblica, perché si investa nella scuola e nella formazione e perché si riprenda una stagione di investimenti per creare lavoro”.
Pensioni ultime notizie: cosa ci aspetta nella Legge di Bilancio 2020?
Da settembre a dicembre si sentirà un gran parlare di flat tax, salario minimo e riforma dell’Irpef. Ma ci saranno dei ritocchi anche in tema previdenziale. Il governo – e Salvini soprattutto – non l’ha mai nascosto: l’obiettivo finale è Quota 41 per tutti. Ma solo nel 2022. Troppo tempo, però, per chi aspetta questa misura. Quota 100 è una misura transitoria la cui data di scadenza è fissata al 31 dicembre 2021, dopo quella data dovrebbe essere varata Quota 41 per tutti, sempre qualora il governo dovesse resistere fino a quel giorno.
Intanto nella Manovra 2020 già si comincia a parlare di proroghe delle attuali misure vigenti: Opzione Donna, ovviamente, ma anche Ape Sociale, che ricordiamo essere state prorogate solo fino al 31 dicembre di quest’anno. E poi ci sarà Quota 41 per tutti, chiamata a gran voce dai lavoratori precoci e dai sindacati. Ma per la definizione di questa misura sembra essere ancora troppo presto.
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