Non sempre il risarcimento assicurazione, in caso di incidente stradale, copre pienamente i danni patiti. In caso di circolazione di veicoli a due ruote, occorre indossare caschi omologati. Vediamo di fare chiarezza sull’argomento e di capire se il proprio casco è a norma oppure no, in modo da non aver brutte sorprese in caso si abbia diritto ad un risarcimento danni per sinistro stradale.
Casco moto: la giurisprudenza sul modello DGM e la legge che lo vieta
Il casco moto DGM, anche detto casco a padella o a scodella (che copre non tutta la testa, bensì solo la parte superiore del cranio), è sicuramente comodo e leggero, però su di esso la giurisprudenza della Cassazione si è espressa in modo non favorevole, quanto ad eventuali profili di risarcimento danni per incidente stradale. Essendo in commercio, il motociclista può tendere a pensare che sia pienamente omologato, ovvero conforme a norma prestabilite ed approvate da un’Autorità. Invece non è esattamente così, in base ad una recentissima ordinanza della Suprema Corte.
Ma anche la normativa, anni addietro (con la legge n. 120 del 2010 sulla sicurezza stradale), ha vietato il casco moto a scodella o DGM, per motivazioni evidenti legate ad una scarsa sicurezza dell’oggetto. Oggi tale casco non può esser più usato (in caso contrario può scattare multa e decurtazione punti patente) su ciclomotori, motocicli e neanche sugli scooter a bassa cilindrata; è legalmente ammissibile solo alla guida di biciclette o durante l’utilizzo di skateboard o roller-blade.
Come accennato, a riprova di questa tolleranza zero nei confronti del casco DGM alla guida di mezzi a due ruote a motore, la giurisprudenza della Cassazione si è espressa con un provvedimento che, da una parte si riconduce alla legge citata, e dall’altra vieta la possibilità di avere il risarcimento del danno dall’assicurazione in caso di incidente stradale, per le lesioni al volto con casco DGM (ma non anche per quelle alle altre parti del corpo come, ad esempio, braccia, gambe, torace ecc.).
La Cassazione dà infatti doverosa rilevanza alla condotta del guidatore nella produzione del danno, sostenendo che l’uso del casco a scodella impedisce il risarcimento pieno del danno da parte dell’assicurazione, in quanto tiene conto del fatto che le lesioni al volto potevano essere evitate con l’utilizzo di un casco regolare ed omologato.
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Come verificare se il modello di casco è consentito ed omologato
A questo punto, chiediamoci come capire se il proprio casco è omologato e si può quindi circolare in moto, motorino o scooter senza rischi alla propria incolumità o di multe. Anzitutto, occorre controllare che il casco moto abbia un marchio con indicata la lettera “E”: se compare, significa che il casco ha superato i test finalizzati all’omologazione europea ed è a norma di legge. In particolare, la lettera E è dentro un cerchio ed accanto ad essa compare anche il numero che distingue il paese nel quale il casco è stato omologato.
Inoltre, il guidatore deve verificare che l’etichetta sia cucita all’interno del casco stesso, come previsto dalla legge. Per una ulteriore conferma, è consigliabile controllare il numero di serie di produzione, che deve essere sempre presente. Vicino a questo numero è indicato un altro codice numerico, corrispondente alla serie di omologazione. Si tratta, insomma, di verifiche caldamente consigliate a qualsiasi guidatore di un mezzo a motore a due ruote, onde evitare spiacevoli sorprese.
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