Oggi il decreto sicurezza bis arriva a palazzo Madama. La tensione è palpabile e la maggioranza in Senato, come si sa, è molto risicata. Le defezioni di alcuni senatori pentastellati hanno assottigliato ulteriormente il “margine d’errore” del tandem al governo. Salvini riflette se porre la fiducia o meno a uno dei decreti più rilevanti e dall’alto valore simbolico. L’inquilino del Viminale non può cedere sulla sua manovra di punta e serra i ranghi. Lo fa richiamando tanto il centrodestra alla responsabilità, tanto con minacce non propriamente velate al M5S. La sua presenza in Senato sarà un ulteriore elemento di pressione.
Tra decreto sicurezza e mozione di sfiducia
Salvini affermava di non essere sicuro di avere i numeri per la fiducia e che avrebbe fatto le sue valutazioni nel pomeriggio. Oggi, il leader del Carroccio dovrebbe essere a palazzo Madama per seguire personalmente le votazioni. Si capisce l’importanza della posta in palio: la Lega vuole chiudere la stagione con un’ultima grande vittoria politica, che potrebbe essere facilitata dai colleghi del centrodestra. Forza Italia ha fatto sapere di essere disposta a dare l’ok in caso di approvazione del suo emendamento principale: un miliardo di euro in più in dotazione alle forze dell’ordine. Gasparri assicurava che “ci vogliono i mezzi, non solo le norme”. Fratelli d’Italia, invece, potrebbe puntare a svolgere il ruolo dell’opposizione responsabile.
Ovviamente, gli osservati speciali saranno i senatori ex-M5S del misto e i disillusi ancora in quota pentastellata. La maggioranza è fragile (attualmente è a 161, appena 5 sopra la soglia della maggioranza semplice) e lo stesso ministro dell’Interno, come detto, non si fida. La sua presenza in Senato è un chiaro messaggio mandato tanto ai pentastellati che al centrodestra.
Tra il decreto sicurezza bis e la mozione di sfiducia a Matteo Salvini
Oltre al possibile voto di fiducia che potrebbe essere apposto in giornata sul decreto sicurezza bis, è stata già calendarizzata – per il 12 settembre – la mozione di sfiducia nei confronti dello stesso leader leghista. Ad avanzarla, il Partito Democratico, che chiede le dimissioni del vicepremier, ovvero l’allontanamento dal Viminale via sfiducia parlamentare. Prima della chiusura delle attività parlamentari si discuterà e voterà anche sulle mozioni per l’alta velocità Torino-Lione. Insomma: una fine e un inizio davvero interessanti per l’organo legislativo, da cui passeranno testi, mozioni e decreti di massima rilevanza nel giro di poche sessioni.
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