Carabiniere ucciso a Roma: “Gabriel non è un assassino”, parla il padre

Pubblicato il 6 Agosto 2019 alle 16:07 Autore: Daniele Sforza

Le ultime sul carabiniere ucciso a Roma: parla il padre di Gabriel Christian Natale Hjorth. Ecco cos’ha detto in una recente intervista.

Carabiniere ucciso a Roma: “Gabriel non è un assassino”, parla il padre

Le ultime notizie sull’assassinio di Mario Rega Cerciello. Il caso carabiniere ucciso a Roma nella notte tra il 25 e il 26 luglio da Finnegan Elder Lee ha scosso l’Italia. Il turista americano armato di coltello era accanto a Gabriel Christian Natale-Hjorth, 18enne italo-americano, il cui padre è arrivato in Italia, rilasciando anche un’intervista al Corriere della Sera, dove ha cercato di difendere il figlio. Ha infatti confessato il proprio dolore per l’accaduto ed ha espresso la vicinanza ai famigliari del vicebrigadiere.

Carabiniere ucciso a Roma: cos’ha detto Fabrizio Natale, il figlio di Gabriel

Gabriel non è un assassino e voglio dimostrarlo”, ha affermato il padre Fabrizio, pur ammettendo che “era lì e ha sbagliato”. Andando a trovarlo in carcere lo ha visto piangere ed essere disperato per quanto accaduto, ma ha anche aggiuto che lui è diverso da Finnegan Elder Lee, l’uomo che ha accoltellato Cerciello. In presenza degli avvocati Francesco Petrelli e Fabio Alonzi ha detto che il figlio “ha giurato di non sapere che l’altro ragazzo aveva un coltello”. Quello che immaginava era di “dover effettuare uno scambio come gli era stato chiesto e così avrebbero avuto indietro i soldi”. Però le cose non sono andate come dovevano. “Mio figlio non sapeva che quell’uomo fosse un carabiniere e mi ha assicurato di non aver capito che fosse morto”. Natale crede a Gabriel, come un padre crede a un figlio, commosso dal suo malessere. “L’ho visto in carcere, ho visto lo stato in cui è e quanto è disperato, si trova in una situazione più grande di lui. Io gli credo”.

Carabiniere ucciso a Roma: “So che la famiglia di Cerciello sta peggio di me”

La disperazione di Gabriel, tuttavia, non è nulla a confronto con quella che devono subire ogni secondo i familiari di Cerciello. Fabrizio Natale ammette di pensarci in continuazione. “Lo so che stanno peggio di me, ma proprio per questo motivo chiedo che sia fatta chiarezza su tutti i punti oscuri. Io non penso che le mie parole possano essere loro utili, anche se provo dolore come se avessi perso un figlio”. Fabrizio ha poi detto di essere italiano e di essere emigrato negli Stati Uniti – dove attualmente lavora – in giovane età. I suoi genitori, però, continuano a vivere nel nostro Paese, e più precisamente a Fregene. Qui vive anche suo fratello, a cui il figlio è molto legato. A Fregene c’era anche Fabrizio, quella sera maledetta. “Gabriel mi aveva detto che un suo amico con cui aveva studiato al liceo era arrivato a Roma e si erano dati appuntamento per vedersi tramite i social”.

Carabiniere ucciso a Roma: Fabrizio, padre di Gabriel, “mio figlio ha sbagliato, ma non ha ucciso”

Finnegan Elder Lee ha accoltellato Cerciello, ma a trattare con il mediatore dei pusher per la restituzione del borsello dietro compenso (80 euro più 1 grammo di cocaina) è stato proprio Gabriel. “Ha sbagliato, ha fatto un errore grave, ma qui stiamo parlando di omicidio e lui non ha ucciso”. Il figlio gli avrebbe inoltre detto che lui non si droga e ha chiesto tutte le analisi del caso per provarlo. Fabrizio Natale resta comunque fiducioso sulle indagini della magistratura. “Lui voleva soltanto fare lo scambio e recuperare i soldi e io gli credo”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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