Il presidente e fondatore di Termometro Politico, Gianluca Borrelli, è stato ospite di Andrea Pancani a Coffee Break (La7). Il 2 agosto, Borrelli ha presentato i risultati degli ultimi sondaggi esclusivi di Termometro Politico. Si è parlato della stabilità del governo, della scelta di Di Maio di “mettere la tav ai voti” e molto altro. Qui, trovate tutti gli interventi di Gianluca Borrelli a Coffee Break.
Sondaggi TP: i pentastellati non soffrono l’ok alla tav
Tra le varie domande sottoposte agli intervistati (1700 con metodo CAWI), spicca, per interesse, quella sulla scelta del M5S di mettere la tav ai voti in Parlamento. Gli elettori pentastellati sembrano avallare la scelta intrapresa dal capo politico del partito, Luigi Di Maio. Quasi 4 elettori su 5 (il 77%) del segmento grillino la ritiene la scelta corretta. Appena il 7,7% crede che il Movimento abbia sbagliato e che sia stato compiuto un tradimento verso i propri ideali. Paradossalmente, quindi, sono meno preoccupati gli elettori del M5S per il cedimento sulla tav, che gli elettori delle altre forze politiche. Probabilmente, l’idea di associare costantemente il movimento no tav alle battaglie primigenie del Movimento 5 Stelle, hanno ingigantito l’impatto del tema dell’alta velocità sull’opinione pubblica.
Sondaggi del Termometro: il senso di pericolo della periferia della grande città
Termometro Politico ha sottoposto una domanda semplice e diretta ai suoi intervistati circa la percezione della propria sicurezza nella propria area di residenza. Il risvolto più interessante riguarda le differenze nella percezione della sicurezza in funzione della zona di residenza (centro di una grande città; periferia di una grande città; centro di città media; periferia di città media; paese o paesino con meno di 15.000 abitanti). Si osserva come il livello di massima insicurezza si elevi a livelli molto più alti rispetto alla media del campione.
L’unica domanda che mette praticamente tutti d’accordo riguarda il taglio del numero dei parlamentari. Oltre 2 italiani su 3 sono favorevoli, tanto per l’effettivo risparmio (46,4%) che per il suo valore simbolico (22,5%). La risposta meno gettonata è anche quella più negativa: solo il 14,2% ritiene che si tratti di una manovra negativa, che ridurrà la rappresentatività del Parlamento.
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