È una riforma sicuramente non di poco conto, quella legata all’abbassamento dell’età per poter votare i componenti del Senato. Vediamo allora i caratteri essenziali di questo provvedimento e l’iter costituzionale che occorre seguire in queste circostanze.
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Riforma voto Senato: il contesto di riferimento
L’iniziativa prende le mosse dall’intento di modificare parte dell’art. 58 della Costituzione, che testualmente dispone: “I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età. Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno“. Insomma, con la seduta dell’assemblea della Camera di circa una settimana fa, il testo che è emerso è quello di modifica del requisito anagrafico del cosiddetto elettorato attivo. La finalità della riforma voto Senato è pertanto quella di consentire, durante la fase delle elezioni, ad un più alto numero di cittadini (giovani) la possibilità di esprimersi e votare con riferimento al Senato. Infatti, se la modifica dovesse essere definitivamente approvata, l’età per eleggere i membri del Parlamento, sarebbe la stessa sia per le elezioni dei deputati, che per le elezioni dei senatori.
L’obbligo di legge costituzionale in merito e l’iter
Tuttavia c’è un dettaglio non irrilevante da dover ricordare: essendo un testo di modifica della Costituzione, l’iter da seguire sarà quello della “legge costituzionale”, la sola in grado di intervenire sul testo fondante del 1948. Vero è però che la proposta di riforma voto Senato, finora, ha già trovato un sostegno pieno dei deputati della Camera, senza distinzioni di partito, con ben 487 voti favorevoli e solo 5 contrari: quel che si direbbe un plebiscito. A questo punto l’iter da seguire, prevede la valutazione da parte dei senatori. Ciò che va rimarcato è che, in ogni caso, le leggi che entrano in vigore per modificare la Costituzione (e, in questo caso, il requisito dell’età suddetto), sono denominate costituzionali e seguono un iter ad hoc. Pertanto questo provvedimento dovrà, infine, essere adottato sia da Camera, sia da Senato, con due successive votazioni ad intervallo non minore di tre mesi; inoltre, tale legge dovrà essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
In conclusione, da un punto di vista di opportunità politica, questa iniziativa sembra meritevole di stima, in quanto unificare l’eta per l’elezione di deputati e senatori, con tutta probabilità, contribuirà alla formazione di due rami parlamentari più omogenei nella composizione e quindi tendenzialmente più collaborativi e meno orientati all’instabilità politica. Ricordiamo infatti che il fattore età incide notevolmente sulle preferenze politiche per un partito o per un altro.
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