Sulla definizione di Leadership. Seconda puntata: il PD

Pubblicato il 29 Aprile 2012 alle 21:38 Autore: Gianluca Borrelli

Dopo un breve interregno da parte di Franceschini (divenuto segretario dopo le dimissioni di Veltroni in quanto suo vice), il quale, è inutile dirlo, non aveva affatto le caratteristiche del vero leader (nemmeno uno straordinario gestore o comunicatore, non ha lasciato particolarmente il segno), si passa attraverso le primarie all’investitura di Bersani.
Un pragmatico che ricorda un po’ Fassino e infatti il PD pur non risalendo nei consensi (scende tra il 26 e il 27% dai massimi del “voto utile” del 33%), fermando in qualche modo l’emorragia, diventa primo partito.

E’ vera leadership? Non proprio… Bersani sembra non sapere dove dirigere il partito, se verso i moderati o verso un’alleanza stile “Progressisti del 94” con SEL e IDV. Un gestore forse meno capace di Fassino ma comunque uno che si è difeso, ed un comunicatore non raffinatissimo (con le sue metafore un po’ parossistiche e la carenza di carisma) ma tutto sommato efficace per la propria base elettorale, che, come abbiamo visto in altri studi, è composta da un segmento di popolazione per il quale le metafore hanno una loro presa. Certo inadatte a espandere la base elettorale, ma qui sembrano giocare tutti in difesa.
Sono anni che un po’ tutta l’Italia gioca in difesa anche quando le sta prendendo, la cosa quindi non stupisce più di tanto.

Resta il fatto che quella di Bersani non è una leadership vera ma al massimo una reggenza temporanea in attesa di qualcosa di diverso capace di attrarre e convincere fette di elettorato finora mai coinvolte o di convincere tanta gente che si è rifugiata nell’astensione a tornare al voto.

[ad]Ma allora chi detta la linea adesso nel PD?
Nessuno…
se proprio vogliamo dire chi ha la “golden share” sembra che ce l’abbia il sindacato.
Il che non è il massimo per un partito, pur sempre scalabile pur sempre contendibile a differenza dei partiti-azienda o dei partiti-partita IVA o dei franchising di cui parleremo nelle prossime puntate.

Quindi un definitiva il PD sembra quasi una massa enorme ed informe senza una chiara direzione che attende un vero leader, come non ha saputo esserlo Veltroni, come non ha saputo esserlo Franceschini, come non sa esserlo nemmeno Bersani e come non dovrebbe esserlo il sindacato.

L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
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