Gianluca Vacchi a bordo di uno yacht si improvvisa percussionista sulle chiappe di tre ragazze distese a prendere il sole che ridacchiano. È una notizia? Finora no. Il buon Vacchi posta il video su Instagram, perché ognuno ha le proprie dabbenaggini; è a quel punto che bigotti, frustrati e gattare si scatenano.
Lo definiscono uno spettacolo disumanizzante, che mette a nudo una cultura di fondo machista e quasi misogina. Gianluca Vacchi è un macho? Ma questo, intendono? Proprio questo? Perché la mia idea di macho è Marlon Brando su The wild one, James Dean su Teenage rebel, Eastwood, Bruce Willis, Schwarzenegger.
Gianluca Vacchi è il macho del 2019?
La parte esilarante è che queste gattare, così impegnate a decidere cosa è disumanizzante e cosa no, danno per scontato che le donne a bordo non siano in grado di intendere e di volere. Perciò si sentono in diritto di parlare al posto loro: «Ragazze, non vi interpelliamo perché tanto siete corpi privi di volontà, perciò parliamo al posto vostro per spiegare agli altri che è sbagliato considerare una donna un corpo privo di volontà.»
È straordinario.
Soprattutto è straordinario che questo gnaulio invidiosetto e sfigato raggiunga le pagine dei giornali e diventi non tanto un argomento, quanto una scusa per fare hatebait. Come quando i milioni di “Franca B. da Badoere del Mugello di Rozzano” espressero disapprovazione per il matrimonio dei Ferragnez e diventarono una voce autorevole, da ascoltare, screenshottare e riproporre nei TG.
Senza citare Bocca di rosa e le comari, Moana Pozzi fu allontanata dalle televisioni dall’Associazione Casalinghe; oggi dobbiamo beccarci il partito “Noi swipati a sinistra su Tinder” che pretende di dire cosa può o non può fare una donna con le proprie chiappe su uno yacht.
Criticare le vacanze altrui è un must.
L’abbiamo visto quando Craxi si fece immortalare in costume da bagno con Berlusconi ad Hammamet, quando De Michelis si fece fotografare in discoteca, quando Renzi apparve in costume su uno yacht, quando Salvini si è messo a fare il DJ set al Papeete, insomma ogni volta che qualcuno sembra divertirsi, arriva il comitato moralista a cazziare e reprimere. Perché il divertimento in Italia è una colpa da sempre, o almeno così pare.
Poi nelle urne la gente cambia idea, evidentemente.