Il reddito di cittadinanza potrebbe essere a rischio e non solo per la crisi di governo. In questi giorni si parla spesso di Quota 100 e RdC a rischio per via della rottura perpetrata di Salvini, e al tempo stesso si afferma la loro permanenza, a meno che i prossimi governi non facciano modifiche strutturali o ritocchi importanti. Il problema del Reddito di cittadinanza, però, resta un altro: quello di un’evoluzione che non parte. A cominciare dai Navigator, ovvero la fase 2 della misura, che consentirà ai beneficiari della prestazione di poter rientrare nella sfera occupazionale. Ed è caos anche nei Comuni, a sentire le parole di Melania Rizzoli (Forza Italia), assessore regionale all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione Lombardia.
Reddito di cittadinanza: crisi di governo ed elezioni anticipate, i fattori di rischio
Il reddito di cittadinanza è partito come doveva: i beneficiari la cui domanda è stata accolta hanno ricevuto gli accrediti sulla Carta specifica. All’inizio ci sono stati dei problemi, con molti che volevano rinunciare per paura dei controlli fiscali (e dunque la compromissione di un potenziale lavoro in nero). La fase 1, comunque, ha seguito la procedura.
Poi c’è stato il concorso dei Navigator, la selezione di tutti quei soggetti che avrebbero dovuto aiutare i beneficiari del RdC a trovare un lavoro e quindi a reinserirli nella sfera formativa e professionale. Ecco, qui c’è lo stallo. Come riporta Il Giornale, più che le elezioni anticipate è la crisi di governo a far saltare i programmi. “Per esempio, entro settembre i Comuni dovevano predisporre le procedure amministrative per istituire i progetti utili alla collettività che i beneficiari del reddito di cittadinanza dovevano svolgere”. Inoltre, anche prima della crisi di governo, lo scenario era parimenti ricco di incognite e punti interrogativi. Non c’è stata nessuna riforma dei centri per l’impiego, come prevedeva il piano originario, ma solo un reclutamento dei Navigator il cui lavoro avrebbe dovuto iniziare questo mese. Ma dalla Regione Lombardia fanno sapere di essere nel caos, o meglio, nell’incertezza più totale. “L’assessore al lavoro della più importante Regione italiana non ha avuto informazioni, non sa chi sono, quando, come e da chi saranno formati. Non sappiamo niente”. Queste le parole di Melania Rizzoli, riportate dal succitato quotidiano.
“In Lombardia la ricerca del lavoro è più facile che altrove”
“Aspettiamo di vedere cosa succede con il governo e quali sono gli sviluppi”, prosegue la Rizzoli. “Noi, dal nostro punto di vista, dobbiamo capire quale sarà il destino della misura e dei Navigator, persone disoccupate assunte con un contratto a tempo determinato, quindi precari, per cercare lavoro ad altri disoccupati”. Il caos generato da questa misura è opposto all’ambiente della Regione Lombardia, che l’assessore descrive come un luogo dove “la ricerca del lavoro è più facile che altrove” e dove si formano ragazzi “anche in base alle esigenze del territorio e delle aziende”.
Reddito di Cittadinanza: è caos Navigator
La Rizzoli critica invece aspramente il RdC, riforma “nata di corsa”, non esente da criticità puntualmente denunciate al ministro e che “adesso vengono al pettine”. L’assessore la definisce “una misura che è stata introdotta per le Europee, fatta passare come la più grande riforma in tema di mercato del lavoro”, ma che fino a questo momento si è rivelata “solo la più grande assunzione di precari mai fatta dallo Stato”. Senza dimenticare tutti quelli che lavoravano nei centri per l’impiego da precari e che attendevano l’assunzione e che dunque hanno presentato ricorso, poiché “sono stati esclusi e sono rimasti in un limbo”. Ed è proprio sul capitolo Navigator che pesano le maggiori incognite. “Non abbiamo un elenco, non sappiamo chi sono e come sono formati. Avrebbero dovuto essere sottoposti a formazione, 200 ore nei primi 4 mesi, ma non sappiamo niente”. La procedura voleva che l’avvio ci fosse ad agosto, ma ad agosto ci siamo e “dei navigator non si parla più”.
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