Nella giornata di ieri, 13 agosto, si è celebrata la prima sessione parlamentare durante la crisi di governo. Il nuovo asse (non ancora alleanza) PD-M5S ha frenato le aspirazioni del carroccio, di votare la sfiducia al premier Conte già nella giornata di oggi, 14 agosto. L’opposizione alla Lega (quindi includendo il M5S) ha però votato in maniera compatta e, pertanto, si conferma l’ipotesi lanciata qualche giorno fa. Il premier Conte sarà in aula il giorno 20 agosto per riferire innanzi al Parlamento sulla crisi. Una settimana in più di tempo, che permette a Movimento e Partito Democratico di discutere con più calma sul da farsi. Liberi e Uguali ha già dato l’ok a un governo giallorosso, quindi la palla passa ora alla prima e alla seconda forza politica parlamentare del Paese.
Quali sono gli scenari per il 20 agosto
Per ora, PD e M5S hanno trovato un’intesa sulla calendarizzazione della mozione di sfiducia nei confronti di Giuseppe Conte. Il premier esporrà la sua versione sulla crisi di governo il 20 agosto, giorno nel quale la Lega dovrebbe avanzare la relativa mozione di sfiducia. Probabilmente, per PD e M5S, è stata la scelta più sensata per le parti e la meno difficile da prendere, considerando che l’alternativa sarebbe stata andare a votare la sfiducia su Conte in aula, senza aver avuto il tempo di intavolare le trattative con l’altra parte.
Da come veniva raccolto dall’Adnkronos, sono in pochissimi i parlamentari pentastellati che vogliono l’immediato ritorno alle urne. La maggior parte preferirebbe un vero e proprio governo politico con il Partito Democratico. La virata verso il centrosinistra si potrebbe produrre qualora il PD votasse contro la mozione di sfiducia o, per lo meno, astenersi dal voto. Certo è che se Conte dovesse essere sfiduciato anche dai “dem”, la possibilità di tornare alle urne in breve tempo prenderebbe rapidamente quota. Ormai, Conte viene acclamato come nuovo leader del Movimento 5 Stelle. Uomo più amato del governo gialloverde (sempre al di sopra di Salvini e di Di Maio negli indici di gradimento), il giurista potrebbe essere l’asso nella manica dei pentastellati per recuperare terreno sul carroccio.
Nel mentre, si gioca anche un’altra importante partita, che si relaziona a doppio filo con la crisi di governo: il taglio dei parlamentari. Lo spieghiamo qui, nel dettaglio.
Sfiducia Conte: tra il Conte-bis e Fico?
Un Conte-bis non è affatto da escludere. Sicuramente, il premier – in caso di accordo tra dem e pentastellati – dovrà essere espresso dai 5 Stelle. Secondo il nostro ultimo sondaggio, Conte sarebbe l’uomo giusto per il Movimento. Gli elettori PD, invece, gradirebbero maggiormente il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.
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