Anche il Reddito di Cittadinanza entra prepotentemente tra gli argomenti “caldi” della crisi di governo; dopo Matteo Salvini – “se ci rendiamo conto che crea lavoro nero è un problema” ha detto il vicepremier durante il suo ultimo tour siciliano – è intervenuto sulla questione anche il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia.
Il Reddito di cittadinanza entra nello scontro Lega-M5S
Ha espresso più di qualche dubbio sul Reddito di Cittadinanza Garavaglia: “il 70% di chi lo chiede probabilmente non ne ha diritto”. Dunque, “bisogna rivedere la misura dando di più a chi ne ha più bisogno”. Naturalmente, questa posizione ha fatto scattare l’ira del Movimento 5 Stelle e del Presidente Inps, vicino ai pentastellati, Pasquale Tridico. Quest’ultimo ha precisato che in controlli dell’ente sono stati “massivi e preventivi”, tra l’altro, a testimoniare l’efficacia delle verifiche basta dire che “più di un quarto delle domande è stato respinto”.
Tridico è quindi passato a elencare qualche numero. 1.491.935 sono le domande di Reddito di cittadinanza presentate al 31 luglio: 922.487 quelle accolte, poco meno di 400mila, invece, quelle respinte; inoltre, 170mila circa sono tuttora sotto la lente di ingrandimento dei controlli. In pratica, si può dire che delle domande finora presentate ne è stata respinta una su 4; le rinunce sono state 1.025 mentre sono 32mila i nuclei che hanno perso il diritto all’erogazione dell’assegno.
Controlli di Inps, Ispettorato del Lavoro e Fiamme Gialle
Ma come si svolgono esattamente i controlli? Innanzitutto, l’Inps verifica la sussistenza dei requisiti una volta ricevuta la domanda; d’altra parte, alcuni percettori della misura – ora 600mila, si precisa dall’ente – sembra vengano comunque segnalati alla Guardia di Finanza in quanto ritenuti “profili a rischio”, cioè pur risultando idonei a ricevere la prestazione potrebbero aver dichiarato il falso. Detto ciò, successivamente alla concessione del beneficio da parte dell’Inps entra in scena l’Ispettorato del lavoro: l’ente si occupa di verificare che i soggetti beneficiari del reddito non stiano lavorando in nero.
Proprio l’Ispettorato a fine luglio ha licenziato una circolare in cui si precisano le proprie competenze nello svolgimento dei controlli: l’ispettorato si occupa in particolare di accertare l’eventuale omissione delle variazioni di reddito e patrimonio (che determinano una riduzione dell’importo dell’assegno o la decadenza del diritto allo stesso). Ometterne la comunicazione – ricordano dall’Inl – è un reato punibile con la reclusione da uno a tre anni.
Allora, quando un beneficiario “viene trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa in assenza delle comunicazioni obbligatorie, ovvero altre attività di lavoro autonomo o di impresa, in assenza delle comunicazioni di cui all’articolo 3, comma 9” scatterà la decadenza del Reddito di cittadinanza.
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