Incendio Gran Canaria: terribile spavento per residenti e turisti a partire da sabato pomeriggio, quando un incendio è divampato sull’isola di Gran Canaria. Come riporta El Pais, sarebbero già oltre 3.400 gli ettari bruciati, mentre 8.000 le persone obbligate a lasciare le proprie residenze a causa dell’estendersi delle fiamme. La maggiore concentrazione è situata sulla parte settentrionale dell’isola. Partito da Valleseco, l’incendio si sarebbe esteso verso ovest, andando a colpire anche una parte importante del Parco Naturale di Tamadaba, area Unesco. Tragico il bilancio per la Riserva della Biosfera, ma ancora di più le previsioni, visto che il presidente della Canarie Angel Victor Torres ha rilasciato una dichiarazione piuttosto allarmante, annunciando che le fiamme “non potranno essere domate nelle prossime ore”.
Incendio Gran Canaria: fiamme “inarrestabili e indomabili”
L’incendio preoccupa, perché le fiamme continuano ad avanzare senza sosta. Durante la notte un ingente personale dei Vigili del Fuoco è stato impegnato a spegnere le fiamme, con l’aiuto di elicotteri. Il personale è poi aumentato in mattinata, con 4 idrovolanti, 1 aereo forestale e 11 elicotteri. Anche il Capo delle Emergenze del Cabildo Federico Grillo ha ribadito la gravità dell’emergenza, confermando l’inarrestabilità dell’incendio, che sono “fuori da ogni capacità di estinzione”: il quotidiano spagnolo parla di fiamme alte 50 metri.
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La popolazione evacuata
Le circa 8 mila persone sono state evacuate da Valleseco, ormai completamente abbandonato, nonché dai quartieri di El Carrizal de Tejeda, El Valle, El Risco, Piletas e Troya (nella zona di Agaete) e Saucillo (nella zona di Galdar). Quest’oggi, lunedì 19 agosto, il ministro dell’Agricoltura Luis Planas sarà sul luogo per valutare gli sviluppi dell’incendio, che fatica ancora a essere domato.
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Il secondo incendio dell’estate per l’isola di Gran Canaria
Per l’isola di Gran Canaria questo è il secondo grande incendio di questa estate. Il primo, decisamente più contenuto rispetto a quest’ultimo, colpì Artenara una settimana fa: fu spento in tre intense giornate di lavoro, ma le conseguenze furono comunque gravi, con 1.500 ettari rasi al suolo. Anche in quell’occasione ci furono sfollati, ma in un numero più ristretto (più di 1.000).
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