Il reddito di cittadinanza fa parlare di sé non solo in qualità di misura contro la povertà e di sostegno al reddito, ma anche per le irregolarità scoperte dopo l’attuazione di alcuni controlli sui beneficiari a rischio. Il tema è stato il primo vero oggetto di scontro dopo la crisi di governo ufficialmente aperta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini durante la settimana di Ferragosto. Il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, in quota Lega, qualche giorno fa aveva parlato del 70% di irregolarità scoperte dalla Guardia di Finanza dopo i controlli del caso (ne abbiamo parlato in questo articolo), ma al tempo stesso aveva affermato che si trattava di un dato grezzo, di numeri sommari e quindi non ufficiali. Dal canto suo, la GdF ha tenuto e continua a tenere il massimo riserbo sulla questione. Il Movimento 5 Stelle ha invece risposto, sentendosi accusato, citando il viceministro e la sua proposta di flat tax senza le giuste risorse. Dall’Inps, invece, Pasquale Tridico aveva riportato altri numeri, difendendo la bontà dei controlli e soprattutto la loro efficacia, dimostrata dal fatto che un quarto delle domande presentate è stato respinto.
Reddito di cittadinanza: i dati al 31 luglio 2019
I dati relativi a luglio 2019 riguardanti il RdC e la Pensione di cittadinanza parlano di 896.173 richieste accolte. La città con il maggior numero di domande accolte è stata Napoli (36.399), seguita da Roma (32.905) e Palermo (26.114). Analizzando i numeri nel totale, le domande di reddito di cittadinanza presentate al 31 luglio 2019 sono state 1.491.935. Di queste 400 mila richieste sono state respinte, vale a dire poco più del 25% (26,8% per l’esattezza). Inoltre ci sono state fino a questo momento 1.025 rinunce e circa 32 mila nuclei familiari decaduti dall’accesso al beneficio.
RdC, lavoro in nero e irregolarità: chi effettua i controlli?
Visto che si è parlato di controlli, forse potrebbe essere utile avere una idea sommaria di come funzionano. Come riporta Il Sole 24 Ore, sono diverse le parti in gioco: dall’Agenzia delle Entrate alla Guardia di Finanza, passando per l’Ispettorato nazionale del lavoro e altri enti di controlli. Sarebbero 600 mila i beneficiari sotto la lente d’ingrandimento della GdF e tra questi saranno valutati i soggetti più a rischio. Stando invece a una recente circolare Inl (n. 8 del 25 luglio 2019) e al decreto di riferimento, spetta all’Inps controllare la sussistenza dei requisiti dei soggetti che richiedono l’accesso alla misura.
Infine resta l’Ispettorato nazionale del lavoro, che invece dovrà vigilare sui casi sospetti di lavoro in nero durante la percezione del sussidio. Nella circolare si forniscono precisazioni anche sulle variazioni reddituali e patrimoniali non comunicate, e in particolare sull’eventuale comunicazione delle variazioni reddituali omessa, maggiormente collegata ad attività di lavoro in nero.
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