Il conto corrente pignorato è un bel guaio: per il creditore, che deve vedersi restituita la somma e deve seguire tutte le procedure del caso, e naturalmente per il debitore, che si trova con le somme depositate sul conto relative al debito contratto completamente bloccate. Il conto pignorato può però essere sbloccato, anche tramite la conversione: andiamo a vedere cos’è e come funziona.
Conto corrente pignorato: come sbloccarlo
Prima di vedere cos’è e come funziona la conversione di un conto corrente pignorato, riassumiamo le modalità in cui è possibile sbloccare il proprio C/C. Quest’ultima procedura può essere effettuata solo dal creditore, ovvero da colui che esige il credito dal debitore. Difficile che possa essere fatto, soprattutto se le somme da percepire accreditate o depositate sul conto corrente vi sono già, ma per un errore di forma o per un accordo (ovviamente scritto, tramite apposito atto di transazione) con il debitore, il pignoramento del conto corrente potrebbe essere sbloccato. In ogni caso lo sblocco del C/C può essere effettuato solo su richiesta del creditore, che dovrà esplicitare la rinuncia depositando la relativa istanza presso la cancelleria del giudice preposto all’esecuzione.
L’altro soggetto che può procedere allo sblocco del conto corrente è il giudice, presso il quale il debitore avrà presentato ricorso, per opposizione all’esecuzione (ad esempio, insussistenza del debito) o a causa di un vizio procedurale. Per lo sblocco definitivo, naturalmente, il ricorso dovrà essere accolto tramite la sentenza stabilita dal giudice.
Conversione del C/C pignorato: come funziona
Esiste infine una terza modalità di sblocco, che per lo più è una conversione. Come riferisce La Legge Per Tutti, ciò può avvenire quando il debitore presenta un’istanza al giudice (prima della relativa disposizione del giudice sul pignoramento del conto) chiedendo la liberazione del conto: naturalmente questo ha un costo, che è quello del debito da restituire. Il pignoramento, insomma, passa dal conto corrente alla somma stabilita dal giudice comprensiva di interessi e spese che dovrà essere depositata in un libretto intestato alla procedura esecutiva nella cancelleria del giudice preposto all’esecuzione. C’è anche la possibilità di rateizzare l’importo, ma in quest’ultimo caso il conto resterà sbloccato fino alla completa restituzione delle somme.
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