Dimissioni Presidente del Consiglio: cosa accade, iter e chi fa le veci
Dimissioni presidente del Consiglio: quali sono le conseguenze, l’iter da percorrere e le funzioni specifiche del Capo dello Stato in questa fase
Parliamo di un argomento caldo, per non dire scottante di questi giorni, vale a dire le eventuali dimissioni di un Presidente del Consiglio. È interessante infatti notare quali siano le conseguenze, l’iter e chi ne fa le veci, in un momento assai delicato del percorso di una legislatura.
Dimissioni del Presidente del Consiglio: quali conseguenze immediate
In questi giorni, le vicende della politica hanno, tra i protagonisti principali, il Premier Giuseppe Conte, in relazione al quale molti osservatori prevedono dimissioni dall’incarico a breve. Proprio come accaduto qualche anno fa a Matteo Renzi, dimessosi dall’incarico di Presidente del Consiglio, a seguito dell’esito sfavorevole del referendum costituzionale del dicembre 2016. Le conseguenze immediate delle dimissioni del Presidente del Consiglio sono legate alla formalizzazione della cosiddetta crisi di Governo. Con questi termini, la legge intende quella situazione che si verifica ogni volta che il potere esecutivo – appunto il Governo – perde l’appoggio, quindi la fiducia, del Parlamento e, pertanto, della maggioranza che lo ha eletto. Viene a mancare, insomma, il collante tra potere legislativo e potere esecutivo.
Nelle circostanze delle dimissioni del Presidente del Consiglio, prima della scadenza del suo mandato, e della correlata crisi di Governo, al Governo uscente spettano soltanto i poteri legati alla cosiddetta ordinaria amministrazione. Pertanto potrà dar luogo, esclusivamente, ad atti di esecuzione delle leggi già emanate, e non potrà – invece – produrre atti politici (discrezionali e frutto di dibattito tra le forze in campo), i quali spetteranno piuttosto al Governo successivo. È pur vero però che il Governo destinato anch’esso alle dimissioni, resterà in carica fino al giuramento del nuovo Governo.
Il ruolo fondamentale del Capo dello Stato: le sue scelte
In pratica è il Capo dello Stato, ovvero il Presidente della Repubblica, a sostituire e a fare le veci del Premier uscente in questa delicata fase della Repubblica. Egli infatti è la figura istituzionale di garanzia della democrazia, dell’unità e integrità della nazione. In quanto soggetto incaricato a far rispettare le prescrizioni del testo costituzionale, è pertanto anche colui che ha la funzione di superare e far superare il delicato momento della crisi di Governo e delle dimissioni del Presidente del Consiglio. Vediamo allora che cosa può decidere in queste circostanze.
Anzitutto, ha il ruolo di ascolto e di dialogo con diverse personalità di spicco, come capogruppo in parlamento, presidenti di Camera e Senato e, a seguito di questi confronti faccia a faccia, può optare per differenti soluzioni, a seconda della gravità della crisi in atto. Potrà quindi rinviare il Governo alle Camere, al fine di verificare – ulteriormente – se è ancora presente un rapporto di fiducia tra esecutivo e parlamento. Altra opzione sarà quella di nominare un nuovo Governo, riportando in carica lo stesso Premier dimessosi. Non solo. Potrà, in alternativa, nominare un altro membro della stessa maggioranza (in questo caso Lega-M5S) come nuovo presidente del Consiglio, oppure optare per un Governo del Presidente (il Capo dello Stato sceglie direttamente chi sarà il nuovo Premier). Come ulteriori possibilità, il Governo tecnico (composto da esperti) e le elezioni anticipate (il Capo dello Stato scioglie le Camere ed indice nuove elezioni). In conclusione, se è vero che le dimissioni del presidente del Consiglio e la crisi di Governo sono momenti assai delicati per il Paese, è altrettanto vero che la legge mette a disposizione del Capo dello Stato, in veste di garante della tenuta della democrazia, un ampio ventaglio di possibilità per superare la crisi.
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