Con un nuovo governo che ne sarà del reddito di cittadinanza? La misura, introdotta quest’anno, è stata una delle più discusse assieme a Quota 100, nonostante alcuni la apprezzino di più rispetto alla nuova pensione anticipata (Quota 100). C’è chi rimarca la necessità di una revisione che punti maggiormente al rilancio occupazionale, piuttosto che al mero sussidio. Non è un caso che ultimamente si sia parlato, con toni polemici, delle irregolarità rilevate dalla Guardia di Finanza (ne ha parlato il leghista Massimo Garavaglia, citando però numeri non ancora accreditati visto che la GdF sulla questione mantiene l’assoluto riserbo). Un accenno di campagna elettorale che rappresentare un elemento non rassicurante sul futuro della misura.
Reddito di cittadinanza: cosa ne pensano i partiti
Il Movimento 5 Stelle è l’unico partito che vorrebbe far proseguire il reddito di cittadinanza senza se e senza ma, sebbene sia stata approvata con paletti che nella versione originaria del programma non erano previsti. Sarà questo il veto che porrà su qualsiasi alleanza di governo: il reddito di cittadinanza non si tocca.
Anche la Lega potrebbe proseguire sullo stesso percorso, ma non sarebbero escluse modifiche. L’obiettivo, spesso dichiarato dagli esponenti leghisti, Salvini in primis, è quello di rendere la misura un trampolino di rilancio professionale, piuttosto che un semplice sussidio economico. “Soprattutto nel Sud il reddito di cittadinanza si sta trasformando in un incentivo al lavoro nero”, ha detto recentemente Salvini a Rtl 102.5. Non un ostacolo insormontabile che precluderebbe l’esistenza della misura, ma per la Lega sarebbe necessario un monitoraggio più efficace.
Poi c’è il Partito Democratico, che si è visto cancellare il Rei e che non si è mai detto favorevole al RdC. In una ipotesi di alleanza con i 5 Stelle, il sussidio potrebbe essere oggetto di revisione e questo potrebbe essere un pericoloso terreno di scontro tra le due forze politiche.
Infine Forza Italia e Fratelli d’Italia, maggiormente critici, vista l’inefficacia sul lato del rilancio nella sfera formativa-occupazionale. E proprio su questo punto va letta anche l’incertezza degli enti locali, che si interrogano sul futuro dei Navigator, le figure (precarie) preposte al reinserimento professionale dei beneficiari del RdC.
RdC addio? L’ipotesi peggiore
L’ipotesi peggiore per i percettori del beneficio consisterebbe nella cancellazione drastica della misura. Una profonda revisione potrebbe cancellare i principi strutturali sui quali si basa oggi il sussidio, la cui base, dopo gli interventi dello scorso anno per la sua attuazione, potrebbe crollare definitivamente. Ciò potrebbe verificarsi sia con un nuovo governo, sia in caso di elezioni anticipate. Soprattutto nel caso in cui perda forza politica nella costruzione delle alleanze verso il nuovo esecutivo o in caso di ritorno alle urne.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it