Lo stress da lavoro è una malattia che colpisce milioni di individui ed è stata ufficialmente riconosciuta, a livello internazionale. Vediamo quindi come si manifesta e quando diventa meritevole di tutela da parte della legge.
Stress da lavoro: l’OMS lo riconosce ufficialmente
Dopo anni e anni di studi e ricerche, pare che il cosiddetto stress da lavoro (in inglese chiamato “burnout“) abbia avuto finalmente riconoscimento formale. Ciò da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale – proprio quest’anno – ha inserito lo stress da lavoro (ma anche da disoccupazione, ovvero da mancanza di lavoro) nell’elenco delle sindromi (ovvero complessi di sintomi aventi valore medico e dipendenti dalle cause più diverse).
L’agenzia speciale dell’ONU mirata ad occuparsi del settore sanità, ha pertanto dichiarato che il burnout o stress da lavoro è un fenomeno che può, in qualche modo, pregiudicare la salute del lavoratore; ed ha pertanto dato direttive ed indicazioni alla categoria dei medici, al fine di diagnosticare tale condizione. Secondo l’OMS, tale sindrome o malattia si manifesta come una sorta di esaurimento nervoso o crollo, in base a sintomi come mancanza di energia o spossamento, aumento dell’isolamento dal lavoro o sensazioni di negatività e cinismo legati al lavoro, diminuzione della performance professionale.
L’OMS ha però voluto fornire anche altre due indicazioni di orientamento. Nella prima ha chiarito che prima di diagnosticare a qualcuno una forma di stress da lavoro, è necessario escludere altri disturbi o malattie che hanno sintomi simili come il disturbo dell’adattamento, l’ansia o la depressione. Nella seconda indicazione, ha sancito che il burnout è un fenomeno legato esclusivamente ad un ambiente lavorativo (tipico quello di medici ed infermieri, che si occupano quotidianamente di persone in stato di disagio e sofferenza) e non può essere collegato a nessun altro.
Come identificarlo e farlo valere legalmente
Insomma il contributo in merito da parte dell’OMS è stato fondamentale, in quanto tale ente ha inserito questo disturbo della salute nella lista dell’International Classification of Diseases, vale a dire la classificazione ufficiale dei disturbi medici fisici o psichici, redatta proprio dall’OMS. In particolare occorre rimarcare che lo stress da lavoro non è da considerarsi patologia bensì sindrome. Ciò in quanto attiene alla mera attività lavorativa e al luogo di lavoro, senza colpire altri aspetti o momenti della vita quotidiana.
Secondo le ricerche OMS, lo stress da lavoro può essere causato da diversi fattori quali i ritmi di lavoro troppo alti, scadenze in tempi molto ridotti, eventuali ostilità o mobbing sul luogo di lavoro. Ovviamente tale condizione non può essere sottovalutata, in quanto rischia di trasformarsi – nel tempo – in una vera e propria malattia cronica. L’accennata International Classification of Diseases, ovvero la classificazione delle malattie fatta dall’OMS, in cui è presente anche lo stress da lavoro, è stata adottata ufficialmente da tutti gli Stati facenti parte dell’OMS a Ginevra il 28 Maggio 2019 ed entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio del 2022.
Per poter far valere legalmente lo stress da lavoro e vedersi riconoscere un risarcimento danni, occorrerà anzitutto rivolgersi ad un avvocato. Tramite esso, sarà possibile ottenere un risarcimento (previsto dalla legge in questi casi), se sarà dimostrato il nesso di causalità tra carico di lavoro o ambiente di lavoro e danno alla salute. Insomma occorre provare che lo stress è causato da un comportamento scorretto, illegittimo e colpevole del datore di lavoro, raccogliendo tutto ciò che possa essere valutato dal giudice, a favore della propria tesi.
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