Crisi di governo, ultime notizie: M5S-Pd o esecutivo elettorale
Crisi di governo, ultime notizie: M5S-Pd o esecutivo elettorale. Il presidente della Repubblica ha le idee decisamente chiare sul da farsi.
Siamo nel pieno della crisi istituzionale, aperta l’8 agosto con le dichiarazioni di Salvini dal litorale pescarese e ufficializzata nel pomeriggio del 20 agosto, con le dimissioni rassegnate dal primo ministro. Dopo essere salito al Colle per rimettere il mandato nelle mani di Mattarella, si è conclusa ufficialmente l’esperienza del governo gialloverde durata 14 mesi. Il primo giro di consultazioni sembra mostrare la volontà di andare verso un esecutivo M5S-PD. È arrivato l’ok dalla direzione del Partito Democratico, che ha dato mandato a Zingaretti a sedersi al tavolo delle trattative con il Movimento 5 Stelle. Tra i paletti fissati dai dem, almeno per ora, vi è quello di evitare un Conte bis.
Crisi di governo: le petizioni del PD
Oltre alla questione dei nomi, vi è ovviamente quella dei programmi. Come sostenuto da uno dei padri fondatori del Partito Democratico, Romano Prodi, l’esecutivo dovrebbe essere fortemente europeista. Prodi ha parlato della “coalizione Orsola” (da Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione votata anche dal Movimento 5 Stelle).
Tra gli altri punti chiave vi è quello della sostenibilità ambientale – che è uno dei cavalli di battaglia del M5S e su cui, presumibilmente, tra M5S e PD potrebbe esserci una buona intesa. Anche il cambio nelle politiche migratorie e la svolta su politiche economiche e sociali sembrano essere determinanti.
Dietro il no al premier uscente Conte non ci sono ragioni che riguardano le sue qualità, bensì la necessità di discontinuità rispetto all’ultimo esecutivo. Ciò significa un maxi-rimpasto, con i “soliti noti” pronti a saltare. Oltre alle poltrone lasciate dalla Lega, ci sarà da discutere quasi sicuramente il nome del responsabile del Ministero alle Infrastrutture ed ai Trasporti, attualmente presieduto da Danilo Toninelli.
Esecutivo politico o elettorale
Nonostante le conversazioni si siano intensificate con la crisi di governo e nessuno – né da parte dei dem, né dei pentastellati, ne fa mistero -, rimane ancora la possibilità di una situazione di impasse. Certo, non è assolutamente pensabile un tempo di gestazione come quello del governo gialloverde, il quale si conformò ufficialmente ai primi di giugno. Qualora non si riuscisse a trovare l’accordo e saltassero tutte le maggioranze alternative (considerando che un gialloverde bis è sempre meno probabile), Mattarella potrebbe decidere di optare per un governo di garanzia, che accompagni il Paese verso le urne già a ottobre/novembre. Una gestione, quella del Presidente del Repubblica, diametralmente opposta a quella vista nel 2018. Ma i tempi sono diversi e le scadenze impongono misure decise.
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