Enrico Giovannini non è certamente un nome fresco nella totopremiership del nuovo potenziale governo giallo-rosso. Già prima della formazione de governo giallo-verde, infatti, il suo nome risuonò – assieme a quello di molti altri – come probabile nuovo presidente del Consiglio dei Ministri. Come andò, poi, lo sappiamo tutti. Ma Giovannini potrebbe mettere d’accordo PD e M5S: innanzitutto è stato ministro del Lavoro nel governo Letta. Ma a essere maggiormente prese in considerazione dai pentastellati sono le sue idee, avendo a cuore diversi temi sociali e ambientali, ma anche sull’economia e sulle pensioni.
Chi è Enrico Giovannini, il possibile nuovo premier
Ex presidente Istat, nato 62 primavere fa (il 6 giugno 1957 a Roma), ha fondato l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ed è stato Chief Statistician dell’OCSE nel periodo 2001-2009, al quale ha seguito la prima carica all’Istat fino al 2013 e quindi l’ingresso in politica in qualità di ministro del Lavoro nel governo Letta fino a febbraio 2014. Oggi è docente ordinario di Statistica Economica all’Università di Roma Tor Vergata, e insegna Public Management presso il Dipartimento di Scienze Politiche all’Università LUISS di Roma.
Cosa disse Giovannini sulla Legge di Bilancio 2019
In un articolo sul Corriere pubblicato nel marzo del 2019, Giovannini fu abbastanza critico nei riguardi della Legge di Bilancio 2019. “Il Governo ha perso una grande occasione per accelerare l’attuazione all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, disse il portavoce dell’Asvis. “Nonostante i vari interventi positivi in essa contenuti, manca una visione integrata delle singole politiche, che non affrontano alcuni dei nodi cruciali da cui dipenderà la sostenibilità del nostro sviluppo”. Sul reddito di cittadinanza, Giovannini disse che avrebbe avuto effetti positivi nella lotta per la povertà, ma tenne da parte “alcune riserve sull’efficacia operativa della misura”. Inoltre, affermò che nella Manovra spiccava “l’assenza di politiche per l’economia circolare, per la transizione ecologica dei sistemi produttivi, per l’occupazione femminile e giovanile, per l’integrazione degli immigrati, per la tutela dell’ambiente e la lotta al cambiamento climatico”.
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